Latte materno e formule artificiali: quali differenze?

Il latte materno e le formule artificiali non sono affatto equivalenti. La loro composizione differisce infatti in maniera significativa per quantità e, soprattutto, qualità dei nutrienti

Immagine per l'autore: Natalia Camarda
Natalia Camarda , pediatra e consulente IBCLC
Latte artificiale nei biberon e mamma che allatta il proprio bambino

«Perché ti fissi con questa storia dell’allattamento? Tanto crescono bene lo stesso!»: è una frase che probabilmente abbiamo sentito, o detto, tante volte. L’opinione comune, infatti, è che il latte materno e le formule artificiali si equivalgano, per cui sarebbe pressoché lo stesso, per il bambino, assumere l’uno o le altre.

Per verificare questa affermazione, analizzeremo le principali differenze di composizione tra il latte materno e le formule artificiali, senza soffermarci sui vantaggi dell’allattamento e i rischi dell’alimentazione con formula. Ma iniziamo con po’ di storia…

Dagli anni ‘70 a oggi

Da cosa nasce la convinzione che siano uguali? Per capirne di più dobbiamo tornare agli anni ’70 del secolo scorso, quando ci fu il boom delle industrie produttrici di alimenti per l’infanzia. In laboratorio venne creato quello che si chiamava “latte artificiale” e le industrie sostennero che fosse addirittura migliore rispetto al latte materno. Le nostre nonne e le nostre mamme vennero bombardate da pubblicità che affermavano questa presunta superiorità e si assistette dunque a una crescita esponenziale delle vendite di prodotti per l’alimentazione artificiale. D’altronde, quale madre non vorrebbe il meglio per il suo bambino?

Oggi le cose sono un po’ cambiate e il termine “latte” viene riservato a quello prodotto da una madre per il proprio piccolo, mentre per i sostituti artificiali si parla di “formule”, così da sottolineare che non si tratta di sostanze uguali o simili al latte materno, ma di veri e propri composti creati in laboratorio a partire dal latte vaccino.

Le differenze nella composizione

Il latte materno è costituito da nutrienti specifici e perfetti per i piccoli della specie umana: vediamo quali sono e in che cosa differisce la composizione delle formule artificiali.

Proteine

Il contenuto di proteine nel latte materno è relativamente basso se paragonato a quello del latte di altri mammiferi, ma è ovviamente del tutto adeguato ai bisogni del bambino. Nelle formule artificiali di varie marche è progressivamente diminuita, nel corso degli anni, la quantità di proteine, e oggi è pari a quella contenuta nel latte materno (può trattarsi di proteine di origine animale o vegetale). La differenza sostanziale sta nella loro qualità. Nel latte umano, infatti, circa la metà delle proteine è destinata a essere digerita, trasformandosi in mattoncini per l’accrescimento dei vari organi e apparati, mentre l’altra metà è di tipo “funzionale”, svolge cioè diverse funzioni, soprattutto di tipo immunitario (anticorpi) ed enzimatico (attività antibatterica e volta alla digestione e all’assorbimento di altri nutrienti). È il caso per esempio della lattoferrina, una proteina enzimatica che favorisce l’assorbimento del ferro. Nelle formule artificiali questa tipologia di proteine, quando presente, non mostra la stessa efficacia. La proteina contenuta in maggior quantità nelle formule è la caseina, che tende a formare aggregati e rende il prodotto meno digeribile.

Grassi

Il latte umano ha un contenuto abbastanza elevato di grassi, i componenti che servono a fornire l’energia. La quantità di grassi varia nel corso di una singola poppata: aumenta man mano che questa si allunga, contribuendo alla sensazione di sazietà del bambino. I grassi del latte materno sono essenzialmente i cosiddetti DHA e ARA, acidi grassi a lunga catena fondamentali per lo sviluppo del cervello. Da quando questi nutrienti sono stati scoperti, le industrie produttrici di alimenti per l’infanzia hanno cercato di aggiungerli ai loro prodotti, ricavandoli soprattutto da microalghe. Tuttavia, nonostante le pubblicità martellanti, non ci sono studi scientifici a confermare che tali sostanze addizionate vengano davvero assorbite e svolgano la stessa funzione di quelle naturalmente presenti nel latte materno. Nelle formule si trovano grassi perlopiù di origine vegetale, come oli vegetali non nobili (palma, colza, soia, girasole). Le formule artificiali, inoltre, sono meno digeribili del latte materno, perché in esse manca la lipasi, una proteina funzionale che entra in gioco nella digestione dei grassi.

Carboidrati (zuccheri)

Il lattosio è lo zucchero principale sia nelle formule artificiali sia nel latte materno, e quest’ultimo ne è uno dei più ricchi in natura: gli zuccheri favoriscono la crescita del cervello e nessun mammifero, nei primi anni di vita, ha uno sviluppo cerebrale paragonabile a quello dei piccoli dell’essere umano.
Nelle formule artificiali mancano però gli oligosaccaridi, particolari zuccheri di cui fino a poco tempo fa si ignorava la funzione. Recentemente si è scoperto che servono a nutrire i batteri “buoni” della flora intestinale del bambino, permettendone un adeguato sviluppo.

Un latte su misura per ogni bambino

Ogni goccia di latte materno contiene più di 4.000 cellule, ferro, ormoni, vitamine, fattori di crescita. Non va considerato quindi un semplice alimento, ma piuttosto un tessuto vivente, come il sangue, completo di tutti i nutrienti necessari per una crescita sana ed equilibrata. Inoltre, si modifica continuamente: di mese in mese, di giorno in giorno, nel corso della stessa giornata e, come abbiamo visto, anche durante una poppata. Esiste una sorta di “comunicazione” costante tra il poppante e il latte materno, grazie alla quale quest’ultimo si adegua non solo ai bisogni specifici legati all’età, ma anche alle particolari esigenze di quel bambino.

Oggi sappiamo che il latte materno, oltre a essere specie-specifico, cioè adatto ai piccoli della specie umana, è anche individuo-specifico: ogni mamma produce un latte su misura, perfetto per il proprio bambino. Il suo sapore, poi, varia in relazione all’alimentazione materna, e questo aiuterà il piccolo ad accettare i nuovi odori e gusti della dieta familiare al momento dell’introduzione dei cibi solidi. È chiaro quindi che non esiste una formula artificiale paragonabile per qualità e benefici al latte materno, e proprio da questa constatazione nascono i numerosi sforzi per la difesa e la promozione dell’allattamento. Tuttavia è importante ricordare che la formula rappresenta l’alternativa più adeguata e sicura laddove l’allattamento non sia possibile o ci sia bisogno di un’integrazione (e non è disponibile latte materno tirato o donato). Sarebbe opportuno, forse, considerarla come un farmaco, da usare solo se strettamente necessario.

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Natalia Camarda

pediatra, consulente professionale in allattamento IBCLC e insegnante di massaggio infantile AIMI, esegue consulenze specialistiche sull’allattamento per futuri genitori e neogenitori, aiutandoli a risolvere eventuali difficoltà prima e dopo la nascita, e in qualunque fase dell’allattamento.

Articolo pubblicato il 12/06/2020 e aggiornato il 22/09/2022
Immagine in apertura Aliseenko / iStock

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