«Quando si legge un libro a un bambino la voce è la storia; dà corpo alla storia, la riempie, come l’acqua riempie il letto del fiume». Sono le parole che il poeta Bruno Tognolini ha scelto per raccontarci la magia che la lettura ad alta voce ai bambini sprigiona nella relazione genitori-figli.
I dati, aggiornati a una decina di anni fa, ci indicano che meno del 30% delle famiglie italiane è composto da “lettori ad alta voce abituali”, genitori, cioè, che leggono almeno un libro ai figli non meno di cinque giorni a settimana. Un dato desolante, che ha radici lontane; leggere ad alta voce è infatti un’abitudine spesso ereditaria: se i nostri genitori hanno fatto lo stesso con noi, è più probabile che a nostra volta leggeremo ad alta voce con i nostri figli.
Provare a invertire la tendenza è lo scopo principale di molte associazioni nazionali, che si occupano di promuovere la lettura ad alta voce fin dai primi mesi di vita dei figli, o addirittura nel corso dei mesi di gravidanza.
Ma perché leggere ad alta voce ai bambini è così importante?
L’associazione “Nati per leggere”, nata nel 1999 proprio per promuovere l’importanza della lettura ad alta voce fin dalla nascita del bambino e anche prima, ha redatto un decalogo con i dieci motivi per cui questa attività va considerata così importante. Citiamo i primi quattro:
Per capire qual è lo scopo di leggere ad alta voce, concentriamoci in particolare sui primi due punti: leggere ad alta voce è soprattutto un gesto bello, piacevole e relazionale, è la cucitura del legame con un figlio.
Ho letto il primo romanzo per bambini a mio figlio maggiore nella seconda settimana di lockdown. Io, appassionata di libri per l’infanzia, e lui, ascoltatore onnivoro di fiabe, filastrocche e albi illustrati, ci siamo lasciati trascinare con gioia dalle avventure spericolate di Pippi Calzelunghe, mentre la situazione intorno a noi era per certi versi spaventosa e assurda.
Pippi Calzelunghe è stata il tramite che mi ha permesso (del tutto inconsciamente: in quel momento cercavo solo un aiuto per affrontare le lunghissime giornate vuote) di trasmettere a mio figlio quel rassicurante «Andrà tutto bene» che a lui, bambino di 4 anni, risultava incomprensibile.
L’allegria irrefrenabile di Pippi ci ha trasportato in un mondo che ci mancava, fatto di amici e avventure, e che ci ha sicuramente aiutato a sopportare meglio tutto quello che avevamo intorno. Leggere ad alta voce ai bambini serve anche a questo, a raccontare con la nostra voce non solo il mondo com’è, ma anche come potrebbe essere, nella realtà e nella fantasia.
Ricordarci di quanto la lettura ad alta voce sia principalmente un gesto di amore e di relazione, può aiutarci anche a evitare che i libri vengano utilizzati al pari di una medicina o di un integratore; tenere a mente, cioè, che non bisogna “assumerne” qualche pagina ogni sera, come si faceva con l’olio di fegato di merluzzo, ma godere della bellezza di immergerci, insieme al nostro bambino, nella pagina di un libro.
Cerchiamo di capire nel dettaglio quali sono gli effetti della lettura ad alta voce nei bambini. Il docente di pedagogia sperimentale dell’Università di Perugia, Federico Batini, studia da tempo l’impatto positivo di questa attività, ed è giunto alle conclusioni che leggere ai bambini stimola e favorisce l’apprendimento e le loro capacità cognitive, rafforza la memoria e aumenta il livello di attenzione.
Ecco alcuni tra i numerosi benefici di leggere ad alta voce ai bambini un libro o una fiaba.
Un bambino che conosce tante parole avrà più strumenti per comprendere e raccontare il mondo che lo circonda. Ascoltare letture ad alta voce fin dai primi mesi di vita e poi per tutti gli anni che precedono la scuola primaria, permette ai piccoli di entrare in relazione con parole che ascoltano meno nel quotidiano. Ma anche raggiunta la scolarizzazione, per i bambini che ormai sanno leggere, l’abitudine ad ascoltare storie ad alta voce continua a incidere sullo sviluppo del linguaggio e del vocabolario a disposizione.
Perchè i bambini chiedono di leggere e rileggere sempre gli stessi libri? È un modo per prendere confidenza con le loro emozioni. L’immedesimazione nei personaggi della storia, permette infatti ai più piccoli di sperimentare stati d’animo sconosciuti all’interno di un contesto che li tranquillizza: quello delle storie di cui già conoscono il finale. Leggere e rileggere ogni volta che ce lo chiederanno è ciò che possiamo fare per sostenerli nella costruzione di quella che viene chiamata “alfabetizzazione emotiva”: insegnare loro cosa sono le emozioni, a cosa servono, come si esprimono e come gestirle in modo consapevole.
Ascoltare una storia, o addirittura – più avanti, da grandi – un intero romanzo a capitoli, significa esercitare la memoria (recuperare ogni volta il filo della storia, ricordarsi di cosa si era parlato l’ultima volta) e l’attenzione, che viene stimolata dall’interesse verso la narrazione e dalla creazione della relazione con il lettore.
La lettura ad alta voce è una forma di cura. Quando leggiamo un libro a nostro figlio, cerchiamo un luogo il più possibile silenzioso, scegliamo il libro, prendiamo in braccio il piccolo, se è inverno ci copriamo con una coperta. Sono tutti gesti che aiutano a costruire un momento speciale, che viene poi rinforzato con l’immersione nella fiaba o nella storia. Poter seguire gli avvenimenti della narrazione – anche quando suscitano paura, ansia, preoccupazione – al sicuro tra le braccia di mamma o papà, permette ai bambini di rinforzare le loro sicurezze, sentendosi protetti e curati.
Se i nostri genitori hanno letto ad alta voce per noi, quando eravamo piccoli, il nostro cervello continuerà ad abbinare, anche da adulti, l’idea della lettura con una sensazione di benessere e piacere. Non c’è una ricetta magica per crescere nuovi lettori, ma certamente poter contare su memorie felici legate all’ascolto di storie è un ottimo presupposto per diventare adulti che leggono.
È bene ricordare che – soprattutto per i più piccoli – sarebbe più giusto parlare di “lettura a bassa voce”. La lettura a bassa voce permette infatti di creare un clima sospeso, poetico, all’interno del quale è la voce della mamma o del papà a navigare leggera tra le parole. Per i bambini più piccoli è un momento relazionale centrale che incide positivamente anche sulle loro sicurezze.
I libri per bambini crescono insieme ai nostri figli: all’inizio sono quelli morbidi da mettere nel bagnetto, o i libri cartonati dalle parole semplici e dai disegni grandi. Poi, mentre i nostri figli iniziano a camminare e a parlare, anche i libri evolvono con loro: le storie si infittiscono, si passa alla rima delle filastrocche e poi, via via, verso le narrazioni più complesse, fino ad arrivare ai primi grandi classici della letteratura per bambini: Winnie The Pooh, il Grande Gigante Gentile, Peter Pan, il mago di OZ… In questo meraviglioso percorso attraverso le storie, il filo conduttore è sempre lo stesso: la voce di mamma e papà.
Se ci regaleremo il tempo della lettura ad alta voce per i nostri bambini – magari inserendo il rituale di andare a scegliere i libri in biblioteca, riportandoli dopo averli letti – avremo fatto un regalo a loro, ma anche a noi.
Quando poi i nostri figli diventano grandi, i libri che avremo letto per loro resteranno nelle nostre librerie. Ma basterà prenderne uno in mano per rivedere i nostri figli bambini, all’età che avevano quando leggevamo con loro. E anche questa è una delle magie della lettura ad alta voce: anche se a volte non ce ne rendiamo del tutto conto, quando leggiamo un libro ai nostri bambini scateniamo un arcobaleno di emozioni profonde che sedimentano nella nostra memoria e in quella dei nostri figli, diventando un patrimonio familiare davvero molto prezioso.