Non è corretto pensare al Metodo Montessori come a una semplice pratica didattica o a un catalogo di attività da proporre ai bambini, o a una linea di arredo per l’infanzia. Decidere, in quanto insegnante o genitore, di applicare il metodo Montessori significa innanzitutto educare il proprio sguardo sull’infanzia e accettare di abbandonare il ruolo di guida autoritaria per intraprendere la strada dell’umiltà e della pazienza.
A volte si compie l’errore di voler riprodurre in ambito domestico una scuola Montessori in miniatura, con tanto di angoli d’interesse, materiali come la torre rosa, le spolette dei colori, le lettere smerigliate. Ma, a meno che il bambino non frequenti alcuna scuola, applicare il metodo Montessori a casa non significa riprodurre alla perfezione tutto questo; indipendentemente dal metodo Montessori, i genitori devono vivere il proprio ruolo educando i bambini all’autonomia e all’indipendenza, alla pazienza e al rispetto, alle buone maniere e alla gentilezza, alla precisione manuale, alla concentrazione.
Come tradurre tutto ciò tra le quattro mura di casa? Consentendo ai piccoli di partecipare alla vita domestica. Abituarli quindi ad apparecchiare la tavola, rifare il letto, potare la siepe, impastare gli gnocchi, lavare le finestre e insegnando loro l’importanza di saper chiedere scusa al prossimo.
In quale modo, dunque, si può applicare il metodo Montessori a casa? Prendiamo spunto proprio da chi, il famoso metodo, lo ha creato, ovvero Maria Montessori, che elaborò il suo pensiero e i suoi scritti a partire da un attento, lungo e meticoloso lavoro di osservazione. Allo stesso modo, se l’adulto osserva il bambino agire nell’ambiente, potrà cogliere le sue “domande” – all’inizio della vita poste attraverso il comportamento e, più avanti, attraverso le parole – per poi porre in atto soluzioni e strategie che consentano al piccolo di sentirsi ascoltato, libero di esprimersi e manifestarsi, di percepirsi sicuro, sereno e appagato.
Per fare un esempio un bimbo di 16 mesi che infila oggetti dentro una scatola ci comunica che sta lavorando, inconsciamente, al perfezionamento della sua manualità fine, così un bimbo di 4 anni che desidera versare l’acqua nel bicchiere ci chiede spazio d’autonomia per occuparsi di sé.
Certamente tra le caratteristiche principali del metodo Montessori troviamo il desiderio di crescere bambini indipendenti e autonomi, sempre nel rispetto di loro stessi, degli altri e dell’ambiente. Affinché ciò avvenga è indispensabile che il bambino incontri nel suo ambiente spazi e tempi a sua misura e un adulto umile e paziente, consapevole di non possedere a prescindere le risposte ma certo di dover crescere egli stesso nel suo ruolo genitoriale, grazie all’ascolto del proprio bambino.
Come possiamo organizzare la casa per accogliere il bambino? Spesso i genitori fanno scelte che riguardano l’ambiente domestico ancor prima che il bambino nasca, e ciò è non solo comprensibile ma, in parte, anche condivisibile: la neutralità e la semplicità nell’arredo, nell’illuminazione e nei materiali può essere un buon punto di partenza. Dopodiché, però, occorre rendere l’ambiente adatto ai bisogni del bambino e dell’intero nucleo familiare.
Ma come si fa a creare una cameretta secondo il metodo Montessori? E a organizzare il bagno con il metodo Montessori? Non esistono soluzioni uniche e indiscutibili, ma strategie d’arredo funzionali a favorire l’autonomia in casa.
Il lettino basso, rialzato da terra di pochi centimetri e utilizzabile sin dai primi mesi, può senz’altro favorire l’autonomia di movimento e di avvicinamento alla zona del riposo. Nel bagno, invece, uno spazio arredato con tutto l’occorrente per l’igiene personale consentirà al piccolo di lavarsi i denti e tutto il resto in forma indipendente, ovviamente non appena si sentirà pronto e desideroso di farlo.
È un tipo di organizzazione, questa, che è bene proporre presto – se possibile già a partire dal primo anno di età –, sempre considerando però che non possiamo sapere con precisione quando il bambino vorrà diventare “protagonista” delle procedure che riguardano la cura di sé: i tempi non sono gli stessi per tutti, ma certamente un ambiente strutturato potrà invogliarlo prima verso tutto ciò.
Nel gestire le stanze della casa con il metodo Montessori, potremmo poi chiederci:
Azioni curate che seguono un tempo di esecuzione lento, non sature di parole e spiegazioni, in un ambiente semplice, ordinato e intellegibile, sono certamente gli ingredienti vincenti.
Qui abita un bambino e Autonomia Libera tutti, editi da Uppa, conducono il genitore nell’osservazione del proprio figlio – e nell’individuazione dei caratteri che lo accomunano a tutti gli altri bambini – per comprenderne il percorso di formazione e di crescita.
La proposta di alcune soluzioni ambientali per ciascuna stanza aiuteranno il genitore a scegliere come disporre i mobili, quali attenzioni porre per garantire la sicurezza e favorire l’autonomia del piccolo e quali attività possono essere immaginate all’interno degli spazi di casa.
formatrice, pedagogista e autrice, progetta e coordina servizi per la prima infanzia e svolge corsi di formazione per insegnanti e genitori sulla pedagogia montessoriana. Autrice del libro Qui abita un bambino edito da Uppa Edizioni, cura la rubrica "Tra il dire e il fare" su Uppa.