Esistono diversi buoni motivi per conservare il latte materno e somministrarlo al bambino quando non può prenderlo direttamente dalla mamma (ne parliamo nella nostra Guida all’allattamento e nell’ultima parte del nostro corso preparato online). Potrebbe essere il caso dei bambini che non riescono ad attaccarsi al seno, come i neonati pretermine, che non hanno ancora maturato la necessaria coordinazione neuromotoria che gli consenta una suzione e una deglutizione normale.
In molti casi invece è la mamma stessa che non può essere presente al momento della poppata e, dunque, lascia che il bambino venga alimentato da altri con latte materno conservato: è il tipico esempio di madri che tornano al lavoro e si assentano anche per parecchie ore al giorno. Oppure, a volte, può capitare che la mamma debba essere sottoposta a un’indagine strumentale (ad esempio una scintigrafia con isotopi radioattivi) e dovrà stare lontana anche parecchi giorni dal proprio bambino, che potrà essere alimentato con le scorte del latte, tirato e conservato, della propria mamma.
Può anche accadere che la produzione di latte sia superiore alle necessità del bambino e venga tirato per evitare fastidiosi ingorghi: in questi casi il latte materno in eccesso può essere conservato per eventuali future necessità.
Ma come si conserva il latte materno? Si può tenere in frigo? Può essere scaldato? Andiamo a rispondere alle domande più frequenti sull’argomento per riuscire a fugare eventuali dubbi e perplessità.
Per una conservazione ottimale del latte materno, il contenitore scelto andrà riempito al massimo per tre quarti; è anche possibile raccogliere tutto il latte tirato della giornata in un unico contenitore, purché si trovi alla stessa temperatura prima di essere mescolato.
Sul contenitore è bene apporre un’etichetta con la data dell’estrazione, in modo da utilizzare sempre quello meno recente.
Quanto più elevata è la temperatura, tanto meno sarà il tempo di conservazione:
Il latte maturo si conserva:
Nel frigorifero (0-4 °C) il latte materno si conserva per 5-8 giorni. Nello scomparto freezer posto all’interno del frigorifero il latte materno si conserva per 2 settimane.
Nello scomparto congelatore con porta autonoma il latte materno si conserva per 3-4 mesi. Nel congelatore separato, invece, il latte materno si conserva per 6 mesi o più. Se si tratta di un neonato prematuro o di un bambino con malattia grave i tempi di conservazione vanno dimezzati.
Come congelare il latte materno? Se il latte è destinato al congelamento, è preferibile usare contenitori in vetro o plastica spessa purché siano stati ben lavati e asciugati. In particolare, il vetro presenta alcune caratteristiche che lo rendono più adatto a un accurato lavaggio.
Le dimensioni dei contenitori per la conservazione dipendono più che altro dallo spazio che si ha a disposizione per il raffreddamento o il congelamento. Sarebbe quindi opportuno utilizzare contenitori che possano raccogliere dai 100 ai 150 ml di latte, ricordando di lasciare sempre un margine di contenitore vuoto per permettere l’aumento di volume conseguente al congelamento. In generale, è preferibile fare scorte con piccole quantità di latte (60-80 ml) in modo da evitare sprechi
In commercio esistono dei sacchetti monouso per la raccolta del latte materno, che sono sterili e non vanno riutilizzati. Risultano vantaggiosi quando gli spazi per la conservazione sono piccoli, oppure in caso ci sia la necessità di fare delle grandi scorte di latte.
Quando il latte materno viene tolto dal congelatore per essere riscaldato, bisogna:
Il latte scongelato si può conservare in frigorifero e utilizzare al massimo nelle ventiquattro ore successive.
Non va ricongelato, a meno che non sia stato fuori dal freezer per meno di 8 ore e non è mai stato utilizzato o scaldato.
Per quanto riguarda la conservazione del latte materno riscaldato, se non utilizzato per intero, non potrà essere offerto nuovamente al bambino.
E se il latte, una volta scongelato, presenta un odore aspro e rancido? La colpa è della lipasi, un enzima che si trova normalmente nel latte materno e che ha la funzione di aiutare il bambino a digerire i grassi. A volte, però, in alcune donne può succedere che il contenuto di questo enzima sia talmente alto, che, una volta tirato il latte, la lipasi inizi già a “digerire” i grassi, causando questo odoraccio e cambiamento di sapore tipico.
Ma facciamo chiarezza: il latte è buono, non è andato a male, e può essere offerto al bambino senza troppi problemi.
La maggior parte dei bambini nemmeno si accorgerà del gusto un po’ inacidito, e altri bambini, invece, potrebbero rifiutarlo. Prima di fare una scorta di latte, però, si può fare una prova lasciando in frigo per 24 ore circa 40-50 ml di latte materno tirato. Se si avverte un odore “saponato”, acido, prima di congelare il latte, può essere utile riscaldarlo fino a quando formerà delle bollicine ai lati della pentola, ma senza arrivare a farlo bollire: tutto ciò servirà a fare in modo che la lipasi smetta di digerire il latte. A questo punto, il latte materno andrà raffreddato rapidamente e conservato in frigorifero o in congelatore.
pediatra, consulente professionale in allattamento IBCLC e insegnante di massaggio infantile AIMI, esegue consulenze specialistiche sull’allattamento per futuri genitori e neogenitori, aiutandoli a risolvere eventuali difficoltà prima e dopo la nascita, e in qualunque fase dell’allattamento.