Scrive una lettrice alla nostra redazione:
Ho allattato il mio primo bambino per quasi un anno con grande sofferenza a causa di un dolore terribile a entrambi i capezzoli. Adesso che sto aspettando il secondo bambino vorrei allattarlo perché so bene quanto sia importante, ma vorrei evitare di ripetere la stessa esperienza. Su consiglio dell’ostetrica che mi sta seguendo questa volta sto preparando il seno con un olio vegetale. Basterà o devo fare altro?
Allattare al seno non dovrebbe procurare dolore. In genere le donne, soprattutto se è la prima volta che allattano, possono avere una sensazione di indolenzimento nei primi giorni perché il capezzolo è molto sensibile. Il passaggio da indolenzimento a dolore, con le conseguenze che quest’ultimo, quando è grave e prolungato, può avere per la salute fisica e mentale della madre e per l’allattamento, dovrebbe essere evitato. Esistono prove scientifiche sulla possibilità di prevenire circa il 50% dei casi di dolore e ragadi ai capezzoli. Questo risultato si può ottenere se si applicano, fin dalla preparazione in gravidanza e soprattutto nei primi giorni dopo la nascita, i principi del cosiddetto biological nurturing.
Se non si è fatta prevenzione, o se questa non ha avuto successo, come nel suo caso, la suzione del bambino può associarsi a un dolore intenso, a volte accompagnato da una ragade, sul quale bisogna intervenire tempestivamente, dopo averne investigato le cause. Se non si pone rimedio tempestivamente, questo dolore può portare all’interruzione dell’allattamento, a meno che non si trovi una mamma come lei disposta a un grande sacrificio, ma non è certamente questo il messaggio da dare alle donne che soffrono di dolore e ragadi ai capezzoli. Bisogna attenuare il dolore fino a farlo sparire e permettere così alla mamma di allattare con piacere e senza sofferenza.
La ragade può anche essere causata da un uso scorretto del paracapezzoli, supporto che in alcuni casi particolari e specifici può essere di supporto nei primi passi dell’allattamento.
La causa più frequente di dolore alla suzione è l’attacco errato del bambino al seno. Se i neonati sfruttano i loro riflessi innati, favoriti da una posizione comoda e semi-reclinata della madre, per attaccarsi al seno spalancano la bocca cercando di far entrare più mammella possibile. Se invece i riflessi innati sono ostacolati da una posizione scomoda della madre (soprattutto quando questa è seduta in posizione eretta), i neonati possono far entrare in bocca una porzione ridotta di mammella e di conseguenza non riescono a portare il capezzolo in fondo alla bocca. In questo modo, ogni volta che ciucciano schiacciano il capezzolo contro la parte iniziale del palato (un punto molto duro), causando dolore ed eventuali ferite sul capezzolo.
Molto spesso un attacco inadeguato non causa solo dolore e ragadi, ma anche un’insufficiente produzione di latte, per cui le mamme, se non adeguatamente aiutate, devono ricorrere ad aggiunte di latte artificiale. Il meccanismo è semplice: se il bambino non è attaccato bene, succhierà meno latte per ogni poppata, e la mamma, a sua volta, produrrà meno latte. È un circolo vizioso: se non lo si spezza, aiutando il bambino ad attaccarsi bene, la mamma alla fine non riuscirà a soddisfare pienamente le esigenze nutrizionali del piccolo.
Più raramente accade che il bambino sia ben attaccato ma la sua lingua risulti poco mobile a causa di un frenulo troppo corto. Anche questo può causare la comparsa di dolore e ragade. In questo caso la prevenzione e il sostegno per migliorare l’attacco non servono a nulla: si potrà preparare il seno durante la gravidanza con tutti gli oli possibili, ma se il bambino si attacca male, dolore e ragadi potranno prodursi ugualmente.
Ogni allattamento è una storia a sé, per cui è possibile che con il secondo bambino non ci sarà alcun problema. Il consiglio che le possiamo dare è di contattare un operatore sanitario o una consulente dell’allattamento per confrontarsi sulla posizione migliore e permettere così un attacco efficace o per far controllare il frenulo della lingua. Se quest’ultimo fosse corto e lei cominciasse ad avere fastidio, è indispensabile tagliarlo attraverso una manovra rapidissima, semplice e sicura.
È inutile acquistare prodotti da spalmare sulle mammelle durante l’allattamento per proteggere il seno, a questo ha già pensato Madre Natura: tutte le donne producono un liquido che esce da piccole ghiandole presenti sotto le areole (la parte scura della mammella) e che ha la funzione di tenere il seno pulito e ben protetto. Altrettanto inutile, se non dannosa, è un’igiene esagerata del capezzolo che, rimuovendo lo strato grasso superficiale che lo rende elastico e impermeabile, può facilitare la comparsa delle ragadi del capezzolo.
pediatra, è responsabile del gruppo nutrizione dell’Associazione Culturale Pediatri e fondatore dei “No Grazie”. È tutor e valutatore per l’iniziativa “Insieme per l’allattamento” dell’UNICEF. È stato direttore di Uppa magazine tra il 2016 e il 2021, è autore di oltre duecento pubblicazioni su riviste scientifiche nazionali e internazionali e membro del comitato editoriale di «Quaderni ACP».