Immaginate un sogno di un bambino di dieci anni: nasce trasformando in fantasie le paure e i timori della vita e, in un primo momento, trova un luogo in cui sembra possibile essere davvero felici. Poi, sul limite dell’incubo, ricade nella consapevolezza che non c’è niente che si possa fare per impedire alla natura di essere quella che è.
Nel paese delle creature selvagge è un canto della realtà, che solo dai tredici anni in su si può cominciare a capire. Mette in scena le difficoltà dell’infanzia, senza farcirle con concilianti scenette, e ne parla includendone tutte le accezioni: egoistiche, violente, irruenti, ma anche dolci e sognanti. È, soprattutto, la storia della linea di confine che separa l’infanzia dall’età adulta.
Nel paese delle creature selvagge è tratto dal libro illustrato di Maurice Sendak (Nel paese dei mostri selvaggi, 1963), diventato un cult della bibliografia per ragazzi. Racconta di Max, un bambino irascibile e incapace di controllare le proprie pulsioni. Dopo una giornata orribile scappa di casa, dal mondo inconcepibile degli adulti, e si rifugia in un’isola abitata da strane creature che rappresentano tutte le umane virtù: l’amore, l’amicizia, la famiglia. Ma anche gli umani difetti: la gelosia, l’invidia, l’ignavia, l’ira. Sono un po’ bambini anche loro, in cerca di un leader che li guidi per raggiungere l’agognata felicità. Così, il bambino si offre di aiutarli e viene proclamato re. Tutto procede per il meglio, fin quando le umanissime caratteristiche delle creature non prendono il sopravvento, trasformando tutto in un incubo. Carol, il più grande amico del bambino, si lascia pervadere dall’ira distruggendo tutto, ferendo un amico e cercando di uccidere il protagonista.
Il piccolo Max capirà che nessuno ha il potere di rendere tutti felici, infrangendo le attese di un finale perfetto e arrivando a conquistare qualcosa di ben più importante. Il suo bisogno di essere il re di ogni cosa ha perso nello scontro con il mondo dei grandi, rendendo impossibile il coronamento di un mondo perfetto. Ma il conforto maggiore arriva proprio grazie alla sconfitta: c’è un posto per ogni persona e l’amore esiste e persiste, anche quando sembra sepolto dalle difficoltà.
È il sogno di un bambino vero che deve combattere ogni giorno contro le creature selvagge nella sua testa. E il momento in cui riesce a conoscerle e a domarle, quello, è il momento in cui cresce.