Pavimento pelvico in gravidanza: prevenzione e allenamento

Il pavimento pelvico è fondamentale per il benessere e la salute della donna, in particolare durante la gravidanza e il parto. Per questo si consiglia di effettuare almeno una valutazione del pavimento pelvico in gravidanza, all’inizio del 2° trimestre.

Immagine per l'autore: Margherita Borgatti
Margherita Borgatti , ostetrica e docente
donna esegue esercizi yoga

Il pavimento pelvico è un’importante struttura muscolare fondamentale per la salute e il benessere della donna. Si tratta di una regione muscolare molto complessa, sia dal punto di vista anatomico che da quello funzionale, che chiude in basso il bacino, costituendo così il fondo della cavità addomino-pelvica, su cui si appoggiano la vescica, l’utero e il sistema anorettale. 

La funzione principale del pavimento pelvico, quindi, è quella di sostenere gli organi ed è composto da tre strati muscolari: lo strato più profondo (diaframma pelvico), lo strato intermedio (diaframma urogenitale) e, infine, lo strato superficiale (piano superficiale del perineo). Durante la gravidanza e in vista del travaglio di parto è fondamentale prendersi cura del proprio pavimento pelvico.

Come preparare il pavimento pelvico prima del parto

Il pavimento pelvico riveste numerose funzioni in gravidanza e nel corso del travaglio di parto, per cui  sarebbe bene prepararlo al meglio per affrontare il parto ed evitare possibili future complicazioni.

Si consiglia di effettuare almeno una valutazione del pavimento pelvico in gravidanza, all’inizio del 2° trimestre, per attivare i percorsi appropriati quando necessari. Di seguito alcune indicazioni generali per la preparazione del pavimento pelvico in gravidanza, con l’obiettivo di mantenerlo in salute:

  • tenere una  dieta alimentare varia e ricca di fibre ed una buona assunzione di liquidi per favorire la regolarità intestinale;
  • assumere una corretta postura durante minzione e defecazione: si consiglia l’utilizzo di uno sgabello sotto i piedi, che permette di ottenere l’angolazione più salutare per la vescica e l’intestino. L’angolazione ideale è di circa 35° tra busto e gambe e non di 90° 
  • praticare una corretta igiene intima;
  • non sollevare carichi di peso eccessivo;
  • sconsigliare lo stop-pipì, che consiste nell’interrompere il flusso urinario durante la minzione. Un tempo tale pratica veniva consigliata per allenare i muscoli del pavimento pelvico, ma è ormai stata superata in quanto non si è dimostrata utile nel migliorare il tono di questi muscoli. Inoltre può causare comportamenti minzionali errati e causare infezioni urinarie; 
  • partecipare ai corsi di accompagnamento alla nascita, in cui vi è uno spazio dedicato all’educazione alla salute del pavimento pelvico;
  • eseguire esercizi volti alla consapevolezza e al benessere perineale, dopo adeguata valutazione clinica;
  • eseguire il massaggio e l’auto-massaggio del pavimento pelvico per preparare i tessuti al travaglio e al parto.

Esercizi per il pavimento pelvico

A tutte le puerpere dovrebbero essere proposti esercizi di recupero per il pavimento pelvico dopo il parto, anche quando non vi sono particolari fattori di rischio o segni di indebolimento delle strutture perineali in quanto  dopo il parto, anche quando avviene in modo fisiologico, vi è sempre una diminuzione della forza muscolare. Gli esercizi vanno intrapresi in modo graduale, inizialmente in posizione sdraiata, con l’obiettivo di migliorare la circolazione locale, ridurre gli edemi e riattivare la contrattilità. 

È giunto il momento di vedere come si eseguono gli esercizi per il pavimento pelvico, detti anche esercizi di Kegel, che si basano su un movimento molto semplice. Immagina di stringere il perineo come fosse una spugna (“contrai”), quindi rilascia secondo la tua volontà. Quando contrai (“stringi ano e vagina”) il pavimento pelvico si sposterà in direzione della testa, quando rilassi ano e vagina invece si sposterà verso le gambe. 

Per iniziare esegui piccole contrazioni di breve durata (5 secondi), seguite da una pausa di 10 secondi, in modo da offrire ai muscoli il tempo necessario per rilassarsi adeguatamente. Inizia eseguendo l’esercizio una volta al giorno, quando hai un momento libero. All’inizio potrà sembrare difficile, specialmente se non hai mai effettuato questi esercizi prima della gravidanza e del parto, ma con un po’ di allenamento andrà sempre meglio e riuscirai a eseguire gli esercizi anche in posizioni diverse (seduta, in piedi). 

Problemi del pavimento pelvico dopo il parto: quali possono essere?

Il periodo del puerperio (i primi 40 giorni dopo il parto) permette di identificare il rischio di sviluppare problemi a livello pelvi-perineale. In questo intervallo di tempo si consiglia una corretta igiene intima, prevenendo la stitichezza post parto con alimentazione e idratazione adeguata, un corretto svuotamento della vescica con almeno 5/6 minzioni giornaliere, assumendo una corretta postura durante la minzione, prendendo l’abitudine di utilizzare lo sgabello regolarmente. Si raccomandano posizioni in allattamento che non gravino eccessivamente sul perineo, ad esempio sdraiata su un fianco.

Si raccomanda una valutazione del pavimento pelvico dopo il parto, a 6-8 settimane dal parto, per individuare la necessità di un trattamento adeguato, mediante un’anamnesi accurata  seguita da una valutazione funzionale del pavimento pelvico. I problemi del pavimento pelvico nel post-parto possono essere classificati in danno muscolare, danno nervoso e danno connettivale, che sono responsabili di alcune disfunzioni del pavimento pelvico tra le quali:

  • l’incontinenza urinaria nelle sue varie forme;
  • la ritenzione urinaria;
  • la stipsi e l’incontinenza anale;
  • l’alterazione statica pelvica (prolassi urogenitali e anorettali);
  • il dolore pelvico cronico.

Il percorso riabilitativo viene studiato ad hoc per la donna da professionisti della salute specializzati e utilizza diverse tecniche riabilitative (come il biofeedback e l’elettrostimolazione) che hanno come obiettivo il miglioramento della qualità della vita. In alcuni casi è fondamentale  il lavoro in team con una visione interdisciplinare per cui l’ostetrica può avvalersi della collaborazione di  fisioterapisti, nutrizionisti,  psicologi e  ginecologi.

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Margherita Borgatti

Lavora come ostetrica negli ospedali bolognesi dal 2018 e conduce corsi di accompagnamento alla nascita. Dal 2020 è professoressa a contratto presso l’Università di Bologna, per il corso di Laurea in Ostetricia. Ha elaborato e coordinato un progetto, in collaborazione con l’Università di Bologna, di protezione e promozione dell’allattamento al seno, sostenendo a domicilio le mamme con difficoltà nell’avvio dell’allattamento.

Articolo pubblicato il 28/06/2024 e aggiornato il 28/06/2024
Immagine in apertura Prostock-Studio / iStock

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