La caduta dei capelli del neonato è un evento che può destare preoccupazioni nei neo-genitori. Siamo abituati a vedere questo fenomeno negli adulti e negli anziani, oppure in particolari condizioni mediche e psicologiche, per cui vedere un neonato che perde i capelli può sembrarci strano, paradossale, se non grave.
In questo articolo vedremo perché, solitamente, i neonati perdono i capelli, come questo processo sia del tutto fisiologico e quali sono invece i campanelli d’allarme che devono effettivamente farci preoccupare.
Per capire il processo di perdita dei capelli del neonato, dobbiamo soffermarci un attimo sul ciclo di vita del capello. Sappiamo che i capelli, partendo dal follicolo pilifero, ovvero il “sacco” nello spessore della pelle che avvolge la loro radice, crescono e si allungano (questa fase si chiama “anagen”). Attraversano poi una breve fase trasformativa (“catagen”) ed entrano quindi nella fase finale di vita (“telogen”), in cui non crescono più e sono pronti a cadere. Queste fasi sono regolate e influenzate da vari fattori, tra cui anche gli ormoni, specialmente estrogeni e testosterone.
I follicoli piliferi e i relativi capelli del neonato si sviluppano già durante la gravidanza, e alla nascita si trovano in fase anagen, cioè di crescita.
Nei primi mesi di vita, verosimilmente a causa di importanti fluttuazioni dei livelli ormonali, alcuni (molti, se non tutti) i capelli entrano in fase telogen, ed ecco quindi che il neonato perde i capelli. Questo processo non è caratterizzato da prurito né da altre modificazioni del cuoio capelluto; il neonato, insomma, non se ne accorge. Detto ciò, niente paura: all’interno del follicolo pilifero si formerà e crescerà presto un nuovo capello.
Abbiamo compreso, quindi, che la perdita dei capelli dei neonati è un evento generalmente normale, che avviene in tutti i bambini e le bambine, in misura differente per ciascuno poiché (ricordiamolo sempre) ogni bambino è unico e diverso dagli altri. Anche le tempistiche variano da neonato a neonato, ed è quindi inutile fare paragoni tra lattanti. D’altra parte, basta guardare all’interno di una sezione “piccolissimi” del nido: vedremo chiome di ogni genere e tipo, capigliature folte, crani con pochi capelli radi e teste che sembrano rasate, ma bambine e bambini saranno completamente sani.
Fatta questa premessa, visto il ruolo degli ormoni, che fluttuano così ampiamente solo nelle prime fasi di vita, sappiamo che in genere un neonato perde i capelli nei primi 3-4 mesi e che la caduta si arresta entro il sesto mese. È interessante notare come spesso, nello stesso periodo, si verifichi la perdita dei capelli della madre, per simili motivi ormonali.
Ma quante volte il neonato perde i capelli? Di solito, una! Superata questa prima fase, i follicoli piliferi ospitano capelli nuovi di zecca e pronti a crescere per tanti anni.
«Dottore, Rebecca ha 4 mesi e sta perdendo i capelli qui dietro, solo sulla nuca! Mi devo preoccupare?». Una delle aree in cui il neonato perde di più i capelli è proprio quella occipitale, dove può crearsi una grande area di cute glabra. Perché ciò accade?
Abbiamo visto che a quest’età molti dei capelli di Rebecca sono entrati in fase telogen e sono pronti a cadere. Ebbene, lo strofinamento con il materasso, pur non essendo la causa diretta della perdita dei capelli in questa zona, sicuramente accentua il fenomeno. Ricordiamo inoltre che la posizione a pancia in su, durante il sonno, è la più sicura, e non andrebbe comunque cambiata per un problema meramente estetico. Quello che possiamo fare è, invece, aumentare il tummy time, ovvero la posizione a pancia in giù durante i periodi di veglia attiva, ma anche limitare i lavaggi dei capelli, pettinarli delicatamente, evitare di raccoglierli in code o treccine e utilizzare detergenti delicati.
Per quanto riguarda la crosta lattea, il consiglio è di ignorarla o al massimo di ammorbidirla, ma soprattutto di non rimuovere meccanicamente le squame: insieme a loro, verranno rimossi anche i capelli.
Finora abbiamo visto solo condizioni fisiologiche, di normalità. Esistono però delle patologie che si manifestano proprio con la perdita dei capelli, rari casi in cui in effetti ci si deve preoccupare. Per quanto riguarda le malattie del cuoio capelluto, di solito i genitori si accorgono rapidamente che qualcosa non va. Se lo scalpo appare rosso, infiammato, se ci sono pustole o essudato (presenza di liquido prodotto dal corpo come risultato di un processo infiammatorio), se le lesioni sono pruriginose e se i pochi capelli rimasti sono rotti a metà, allora è bene contattare il pediatra per capire bene la causa e il relativo trattamento.
Un altro motivo per prenotare un appuntamento dal pediatra può essere la perdita di capelli dopo l’anno di età, la mancata ricrescita dopo l’anno di vita o, in generale, se ci sono dei sintomi associati che preoccupano i genitori.