«Mamma, ho mal di gola!», si lamenta la piccola Anna. «Mmm, vieni qui alla luce e fammi vedere…», le dice la madre. La donna chiede alla bambina di aprire la bocca, dà una rapida occhiata alla zona delle tonsille e subito capisce di cosa si tratta: «Sembrano placche», conclude sospirando. «Chiamo subito il pediatra per l’antibiotico…».
Molti genitori, di fronte alla comparsa di placche alla gola dei bambini, sono convinti che sia sempre necessario somministrare l’antibiotico. In realtà, non è così. Le placche in gola, dovute al deposito di materiale purulento sulle tonsille, sono il segnale della risposta del sistema immunitario a diversi microorganismi. Mentre gli antibiotici sono efficaci contro i batteri, se la causa dell’infezione è virale risultano inutili se non dannosi. Come è meglio intervenire, allora?
Come si riconoscono le placche alla gola? Si presentano come piccole macchie di colore bianco-giallastro sulla superficie delle tonsille e sono indice di un’infiammazione in corso. In genere, oltre alle placche alla gola, i sintomi della tonsillite comprendono mal di gola, tosse, senso di fastidio alla deglutizione, febbre e sensazione di malessere, a cui più raramente si possono aggiungere gonfiore dei linfonodi del collo e alito cattivo. Le tonsille, come le adenoidi, fanno parte del sistema immunitario e costituiscono una prima linea di difesa contro i microrganismi inalati o ingeriti. Agiscono, infatti, come filtri impedendo a virus e batteri di raggiungere le vie respiratorie, e producono anche anticorpi per combattere le infezioni. A volte, però, il carico infettante è tale da metterle in difficoltà; diventano quindi rosse e gonfie. Nella lotta tra globuli bianchi e agenti infettanti può prodursi anche del materiale purulento che si deposita sulla superficie formando le cosiddette placche.
Nel 70% dei casi le tonsilliti sono di origine virale, causate da adenovirus, enterovirus, virus influenzali o parainfluenzali, herpes simplex e virus responsabili della mononucleosi. In un 30% dei casi l’origine è invece batterica e la causa è spesso lo Streptococco di gruppo A. L’infezione streptococcica si manifesta in genere anche con febbre e rash cutaneo, dando origine alla scarlattina.
Età e sintomi possono indirizzare il medico verso la corretta diagnosi ma spesso è necessario un tampone per escludere l’infezione streptococcica. In generale, le tonsilliti sono più frequentemente virali nei bambini più piccoli (al di sotto dei 5 anni) e più spesso batteriche tra i 5 e i 15 anni. Nei bambini piccoli, inoltre, i sintomi possono comprendere vomito, dolore addominale, salivazione eccessiva, inappetenza e rifiuto di deglutire.
Alcuni bambini possono presentare episodi ripetuti di tonsillite (sono le cosiddette “tonsilliti ricorrenti”). In genere con la crescita gli episodi si diradano, in quanto con la pubertà i tessuti coinvolti vanno incontro a un’involuzione, diventano cioè meno reattivi. Nell’infanzia, inoltre, la frequenza di ambienti come la scuola, in cui il contatto con gli altri bambini è molto stretto, rende più facile il contagio.
Più raramente la causa delle placche alla gola nei bambini è un fungo: la candida. In questo caso le macchie bianche non sono limitate alle tonsille ma si presentano anche sulla parte interna delle guance e sulla lingua. Questa infezione si riscontra più tipicamente nei lattanti.
Solo in caso di sospetta infezione batterica è necessario somministrare l’antibiotico. Per combattere i virus, infatti, è sufficiente l’azione del sistema immunitario. Esistono, tuttavia, diversi rimedi naturali per le placche, utili per alleviare i sintomi:
Se questi rimedi non sono sufficienti ci si può rivolgere al pediatra per trovare una diversa soluzione alle placche alla gola, ad esempio uno spray locale oppure antidolorifici a base di paracetamolo o ibuprofene.
Togliere le placche alla gola dei bambini non è invece una buona idea. La rimozione manuale, fatta magari con dei cotton fioc, può infatti provocare dolore e sanguinamento e non risolve le cause sottostanti, quindi le placche si presenteranno nuovamente.
Nella maggior parte dei casi la durata delle placche alla gola non supera i tre-quattro giorni, se invece persistono più a lungo è il caso di rivolgersi al pediatra.
Quando preoccuparsi per le placche alla gola? Se si manifestano più di sette episodi di tonsillite nell’arco di un anno potrebbe essere necessario, in accordo col pediatra, consultare un otorinolaringoiatra che, in base anche la presenza di altri sintomi (russamento, difficoltà a dormire), potrebbe consigliare la rimozione delle tonsille, operazione da riservare, comunque, a casi particolari.
Raramente, nei casi più gravi, intorno alle tonsille può formarsi un ascesso, ovvero una raccolta di pus che deve essere drenata chirurgicamente. Nei casi di infezione batterica, è importante seguire scrupolosamente la terapia antibiotica, per evitare l’insorgenza di complicanze.