Il numero di coppie che si affidano a centri pubblici e privati per la Procreazione Medicalmente Assistita (PMA) è in aumento: secondo il resoconto CEDAP (Certificato al Parto), nel 2022 circa 3,7 gravidanze su 100 hanno fatto ricorso a queste tecniche.
A partire dal 2024, l’Italia agevolerà ulteriormente chi necessita di ricorrere a queste tecniche, e lo farà attraverso un abbassamento dei prezzi. È stato infatti raggiunto l’accordo tra Stato e Regioni per lo stanziamento di fondi da destinare all’utilizzo delle tecniche di PMA nelle strutture pubbliche e verranno inoltre stabiliti dei limiti di tariffe nel privato.
Nel corso di questo articolo analizzeremo più a fondo il mondo della Procreazione Medicalmente Assistita e qual è l’attuale situazione in Italia.
Cos’è la PMA? La sigla, come detto, sta per Procreazione Medicalmente Assistita e identifica tutte le tecniche finalizzate alla realizzazione di una gravidanza, attraverso trattamento di ovociti femminili e di spermatozoi maschili (gameti) o di embrioni prodotti dall’unione dei precedenti.
La fecondazione basata su queste tecniche può essere:
Un’altra classificazione riguarda invece la tecnica utilizzata e la sua invasività. Troviamo quindi:
Quando ricorrere alla PMA? Prima di rispondere a questa domanda dobbiamo chiarire la differenza tra due termini che spesso vengono confusi: la “sterilità” è l’impossibilità per una coppia di concepire, mentre si parla di “infertilità” in assenza di concepimento dopo almeno 12 mesi consecutivi di rapporti sessuali mirati e non protetti in una coppia.
Quando si ricerca una gravidanza ma il concepimento non arriva, è possibile confrontarsi con un centro accreditato di PMA per valutare assieme allo specialista il miglior iter diagnostico e terapeutico personalizzato per la coppia. A tal proposito va specificato che un ritardo nella diagnosi o nell’inizio del percorso terapeutico può ridurre ulteriormente le possibilità di una gravidanza omologa e aumentare la necessità di ricorrere a tecniche eterologhe. Durante i primi controlli saranno proposte valutazione, esami e test per mettere in luce lo status quo della coppia e scegliere il percorso – e quindi la tecnica – migliore.
Ma chi può ricorrere alla pma? Per legge, in Italia, possono ricorrere alla PMA solamente le coppie maggiorenni, di sesso diverso e coniugati o conviventi, in possesso di certificato medico che attesti problemi di infertilità o sterilità. Entrambi i partner devono prestare il loro consenso e non è possibile procedere a tecniche di fecondazione in caso di decesso di uno dei due.
I costi della PMA pubblica dipendono dal pagamento dei ticket sanitari in base alle prestazioni erogate, considerando che per alcuni esami e controlli preconcezionali c’è la possibilità di un’esenzione al pagamento (esenzione M00).
Per quanto riguarda la Procreazione Medicalmente Assistita nel privato, invece, i costi sono variabili: dipendono dalla singola struttura, dalla tecnica utilizzata e dalla necessità di richiedere l’importazione di gameti dall’estero in caso di fecondazione eterologa.
Ma una grande novità coinvolgerà le coppie che devono affrontare il percorso di fecondazione assistita nel nostro Paese. Ad aprile 2023, infatti, il Ministero della Salute ha approvato – in accordo con le Regioni e le Province autonome – e renderà operativi a partire da gennaio 2024 i LEA (Livelli Essenziali di Assistenza), rinnovati sei anni fa. Questo significa che a partire dal nuovo anno la Procreazione Medicalmente Assistita nelle strutture pubbliche sarà garantita gratuitamente e in convenzione con il SSN per quanto riguarda la tecnica omologa. Quella eterologa, invece, sarà garantita a prezzi calmierati stabiliti singolarmente da ogni Regione.