«La pubertà nelle femmine e la pubertà nei maschi è uguale? Chissà se anche gli altri e le altre in classe stanno vivendo i miei cambiamenti…» È Viola (11 anni) a interrogarsi in questo modo, mentre con lo sguardo rivolto fuori dal finestrino della macchina viaggia verso casa, accompagnata da entrambi i genitori. Durante la visita dal pediatra avvenuta un quarto d’ora prima ha sentito il medico dire ai suoi genitori che «per lei ha avuto inizio la pubertà», un termine che non aveva mai sentito prima…
Qual è il significato di pubertà? Si tratta del periodo di passaggio dall’infanzia all’età adulta, caratterizzato dallo sviluppo dei caratteri sessuali secondari (la distribuzione dei peli, il timbro della voce, lo sviluppo della ghiandola mammaria…) e delle gonadi (testicoli e ovaie) e dall’accelerazione della crescita (spurt puberale). Rappresenta quella fase della vita in cui i bambini vivono notevoli cambiamenti fisici e psicologici che culminano nella maturità sessuale e nel raggiungimento della capacità riproduttiva.
La pubertà ha inizio alla comparsa del “bottone mammario” nella femmina (con lo sviluppo della ghiandola mammaria, detto “telarca”) e all’aumento del volume testicolare nel maschio. Fattori genetici, etnici, ambientali e nutrizionali possono influenzare i tempi di avvio e la sequenza degli eventi.
I cambiamenti puberali, sia nel maschio che nella femmina, possono comportare un profondo senso di inquietudine, per lo più determinato dalla percezione di estraneità verso un corpo non più bambino, dalla paura di non poterlo controllare e dall’impossibilità di riuscire a prevedere il risultato finale.
Quando inizia la pubertà? Nelle femmine, l’inizio della pubertà avviene tra gli 8 e i 13 anni (10,5 anni di media) ed è caratterizzato dallo sviluppo del seno. Poco dopo compare il pelo pubico che, in circa due anni, evolve nella conformazione adulta. La durata complessiva del processo è in media di 4,2 anni. Nei maschi, invece, l’inizio clinico della pubertà si annuncia con l’aumento di dimensione dei testicoli tra i 9 e 14 anni (11,5 anni di media), con una durata complessiva media di 3,5 anni.
Il pediatra fornisce un’idea della fase di sviluppo puberale in cui ci si trova sfruttando la “stadiazione di Tanner”: dalla valutazione clinica dei genitali, è possibile distinguere cinque gradi di maturazione che vanno dalla fase prepubere (stadio uno) al raggiungimento della conformazione adulta (stadio cinque). In particolare, nel maschio si pone attenzione al volume testicolare, alla morfologia e alle dimensioni del pene, alla pigmentazione e allo sviluppo dello scroto, allo spessore e alla distribuzione dei peli pubici.
L’inizio della pubertà si ha quando il volume testicolare raggiunge i 4 ml (stadio due di Tanner), misurato con uno strumento definito “orchidometro di Prader”. Nella femmina, invece, si valutano la morfologia e le dimensioni delle mammelle e dei genitali esterni (grandi e piccole labbra, clitoride), lo spessore e la distribuzione dei peli pubici. L’esordio del bottone mammario segna l’inizio della pubertà (stadio due di Tanner).
I segnali di inizio della pubertà nelle femmine sono lo sviluppo della ghiandola mammaria e l’accrescimento della statura (spesso il primo “indizio”). Dopo circa due anni dal telarca, si ha la prima mestruazione (menarca), importante indicatore di un fisiologico sviluppo puberale. Per raggiungere il culmine, la maturità puberale può richiedere altri due-tre anni dalla prima mestruazione. Con la pubertà, inoltre, si modifica l’aspetto fisico e aumenta la percentuale del grasso corporeo nelle ragazze. I segnali di inizio della pubertà nei maschi sono invece l’aumento del volume testicolare, cui fa seguito lo scatto di crescita in termini di statura, la crescita del pene, dei peli pubici e poi quella dei primi peli ascellari e sul volto.
In un periodo così complesso, i cambiamenti fisici, ormonali e psicologici portano i bambini “non più bambini” e i ragazzi non ancora adulti a cercare la propria identità, difendendone l’indipendenza. Le dinamiche familiari ne risultano influenzate e i genitori sono in allerta.
Non bisogna trascurare l’impulso verso nuovi comportamenti e nuove esperienze, incluso l’inizio dell’attività sessuale. È bene che gli adulti di riferimento siano informati e attenti, così da aiutare i/le preadolescenti e gli/le adolescenti a raggiungere un buon livello di conoscenza e capacità di giudizio per compiere scelte consapevoli. Il pediatra rappresenta la bussola necessaria per orientarsi in questo senso, così come per i ragazzi può rappresentare il dizionario per decifrare il proprio sentire, spiegando loro, in primis, che non sono soli nel vivere la rivoluzione puberale.