Il sopraggiungere del raffreddore nel neonato o nei bambini molto piccoli può destare preoccupazioni nelle mamme e nei papà, che si interrogano su quanto possa essere pericoloso e a quali sintomi si debba prestare maggiore attenzione. È bene chiarire subito che si tratta di una delle malattie infettive più comuni nei bambini in età prescolare e scolare, mentre invece risulta molto più rara nel neonato, ovvero nei primi trenta giorni di vita del bambino.
Il raffreddore è presente tutto l’anno con picchi in inverno ed in autunno. Avere le idee chiare sulle cause che portano all’infezione e sulla sua prevenzione può aiutare i genitori ad affrontare questo disturbo con tranquillità e con la giusta consapevolezza. Per gestire nel migliore dei modi i sintomi del raffreddore nel neonato e nei bambini in generale in questo articolo daremo qualche consiglio utile, approfondendo i sintomi dell’infezione e spiegando a cosa fare attenzione.
I neonati e i lattanti di pochi mesi respirano spesso in maniera rumorosa emettendo, soprattutto durante il sonno, piccoli grugniti e strani suoni che alle orecchie dei genitori possono apparire come rumore da ingombro di catarro e da “naso chiuso”. Quindi, se il vostro neonato o piccolo lattante vi sembra “raffreddato” da due mesi, è probabile che si tratti piuttosto del caratteristico respiro della sua età.
Rispetto ad altre fasce di età nei primi trenta giorni di vita non è molto frequente che si sviluppi il raffreddore nel neonato, dal momento che il piccolo gode ancora delle riserve di anticorpi materni acquisiti durante la gravidanza che, nei mesi successivi, tenderanno a diminuire.
Vedere i sintomi del raffreddore nei bambini, soprattutto se molto piccoli, può spaventare i genitori, ma non c’è bisogno di preoccuparsi. Si tratta infatti di una malattia non grave, per la quale bisogna solo prendere alcuni accorgimenti.
Il raffreddore nei bambini può insorgere in qualsiasi mese dell’anno, ma la sua incidenza è maggiore dall’inizio dell’autunno fino a primavera inoltrata; ciò riflette la prevalenza stagionale dei virus associati a tale sindrome.
I caratteristici sintomi del raffreddore nel bambino, come anche nel lattante, sono una respirazione rumorosa, il naso che cola a intermittenza e talvolta febbre (in questo caso è opportuno contattare il pediatra). Il bambino, soprattutto se si tratta di un piccolo di pochi mesi, inoltre, può essere un po’ lamentoso e se ancora in allattamento potrebbe attaccarsi meno bene al seno. In circa ⅓ dei casi può anche presentarsi la tosse.
Ma quali sono le più comuni cause del raffreddore nei bambini? Si tratta della malattia virale più comune in età pediatrica e può essere causata da molti virus, anche se i patogeni più spesso associati sono i rinovirus.
Il raffreddore nei bambini quanto dura? I sintomi cominciano da uno a tre giorni dopo il contatto con una persona infetta e la durata è di circa una settimana (talvolta raggiunge i 10 giorni).
In caso di raffreddore nei bambini piccoli anzitutto bisogna sempre porre l’attenzione sullo stato di idratazione del bambino che, in caso di infezione, può risultare compromesso. Si deve quindi fare attenzione a tenere il piccolo idratato, offrendo pasti che soddisfino le sue esigenze nutritive. Un segnale d’allarme può essere rappresentato dal ridotto ricambio di pannolini: un neonato che fa meno pipì del solito è un neonato che potrebbe essere disidratato, per cui questa informazione andrà fornita al pediatra.
Se è presente una particolare congestione nasale, spesso il bambino spontaneamente aumenta la frequenza delle poppate o dei pasti riducendo la quantità di ognuno.
Come per la gran parte delle infezioni virali non esistono farmaci a disposizione per abbreviare la durata; i rimedi che proponiamo servono solo a dare sollievo ai sintomi. Il più noto dei rimedi per il raffreddore è rappresentato dai lavaggi nasali con soluzione fisiologica, anche se su questo tipo di intervento è opportuno fare qualche precisazione (ne parliamo in questo articolo). L’ambiente domestico dovrebbe poi avere un giusto grado di umidità: l’aria non deve essere troppo secca e la temperatura ideale aggirarsi intorno ai 19-20°C. Un ambiente domestico adeguato, infatti, può ridurre la congestione delle mucose e migliorare la respirazione. Durante un comune raffreddore il bambino può essere portato fuori come d’abitudine in spazi aperti, mentre andrebbero evitati contatti con altri bambini in ambienti chiusi per prevenire il contagio.
È inoltre sempre bene ricordare che l’allattamento al seno ha un effetto protettivo nei confronti delle infezioni respiratorie nei neonati e nei lattanti in generale. Il latte materno, infatti, è uno dei fattori che riducono nel bambino non solo lo sviluppo del comune raffreddore ma anche quello di altre malattie infettive respiratorie come la bronchiolite, di cui abbiamo parlato in questo articolo. Questo perché l’alimentazione fisiologica del neonato è proprio quella costituita dal latte della propria madre, che apporta tutte le sostanze per promuovere al meglio la maturazione e lo sviluppo di organi e apparati, tra cui le varie funzioni preposte alle difese delle infezioni.
È bene precisare che il raffreddore nei bambini rappresenta la malattia infettiva più comune, dato lo stretto e continuo contatto con gli altri bambini all’interno dell’ambiente scolastico. Proprio per i minori contatti sociali il raffreddore nel neonato risulta invece un evento ben più raro, ma, essendo il neonato più delicato e vulnerabile, è sempre bene essere prudenti.
Il raffreddore nei bambini non è esente da complicazioni, anche se rare, che tuttavia sono meritevoli di maggiore attenzione nel neonato per la sua particolare fragilità. L’infiammazione provocata dall’infezione da raffreddore può infatti ostruire le cavità nasali o la tuba di Eustachio all’interno dell’orecchio del neonato, predisponendo rispettivamente alla sinusite batterica o all’otite media.
Segni di aggravamento del raffreddore nei bambini e neonati o complicazione del quadro sono: la tosse, la febbre, gli occhi rossi, l’irritabilità o il sopore, la secrezione nasale purulenta, il vomito, la cianosi o colorito bluastro delle labbra, l’inappetenza oppure l’affanno del respiro (il termine medico è “distress respiratorio” e indica una diffusione dell’infiammazione ai bronchi e bronchioli). Ecco dunque i casi in cui è bene preoccuparsi per il raffreddore ricorrendo a una pronta valutazione medica.
I virus che causano il raffreddore nei neonati e nei bambini possono diffondersi in due modi:
Le misure di prevenzione della trasmissione del virus hanno grande utilità ed efficacia; un concetto, questo, valido per ogni infezione. Alcune misure utili al fine di prevenire il raffreddore sono:
Un piccolo ma importante consiglio per chi accudisce un neonato è quello di lavarsi le mani accuratamente quando si rientra a casa, prima di preparare i pasti e prima di dargli da mangiare. Acqua e sapone sono sufficienti, mentre non sono necessarie, anche se rappresentano una valida alternativa, le soluzioni in gel contenenti alcool.