A Dakar, in Senegal, esiste una collina costituita da un’enorme distesa di rifiuti, i bambini cercano nell’immondizia qualcosa da poter portare a casa, a volte muoiono inghiottiti dai vuoti che si formano per l’autocombustione. In Italia, il Paese delle case più belle e più pulite del mondo, le discariche sono lontane dall’abitato e dai nostri occhi di consumatori spensierati, sono lontane quel che basta per non vedere mai dove vanno a finire i nostri scarti. Ma se non sono sotto i nostri occhi dovranno necessariamente finire sotto gli occhi di qualcun altro.
I rifiuti sono un problema, ormai l’abbiamo imparato, ciò nonostante continuiamo a produrne in abbondanza. È stato calcolato che negli ultimi anni la produzione di rifiuti urbani è progressivamente aumentata e ha raggiunto la quantità di un chilo al giorno per ogni persona, ciò vuol dire che tra plastica, metalli, carta e materie organiche una famiglia di quattro persone può produrre 28 chili di spazzatura a settimana, 102 chili al mese.
Quasi il 70% della plastica gettata è costituita da imballaggi di qualche tipo che rendono più facile, più pulito e più sicuro il trasporto della merce che acquistiamo. In realtà, è un vantaggio soltanto a breve termine, perché molti di questi materiali non possono essere recuperati per il riciclaggio né riutilizzati e andranno a riempire le discariche inquinanti, con conseguenze gravi sull’ambiente.
Il modo più concreto per agire su questo problema sta nel nostro “potere d’acquisto”, l’ultimo vero potere rimastoci: acquistiamo soltanto ciò che è necessario, privilegiamo la merce confezionata con materiali di recupero e organizziamo una raccolta dei rifiuti differenziata. Faticoso?
L’assessorato all’Istruzione del Comune di Bitonto, in provincia di Bari, ha lanciato un programma educativo nelle scuole che ha coinvolto molte centinaia di bambini, con lo scopo di diffondere fra la popolazione comportamenti ecologicamente responsabili. All’opuscolo “Eco in casa”, diffuso nell’ambito di questo programma, ci siamo ispirati per ricavare i seguenti consigli:
In Germania li trovate dappertutto, da noi cominciano a comparire nei giardini: sono le compostiere, scatole di legno o di plastica dove gettare tutti i rifiuti vegetali che si producono in cucina. I rifiuti, con il tempo, fermentano e si trasformano in un terriccio scuro, umido e fertilissimo adatto per concimare le piante e i giardini.
Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, le compostiere non producono cattivo odore e si possono tenere tranquillamente in giardino. Il risparmio è assicurato: meno viaggi verso il cassonetto, meno terriccio e concime da acquistare dal vivaista e, in molti Comuni come Roma, meno tasse da pagare per la nettezza urbana: provare per credere!