Riflessi neonatali: quali sono e cosa indicano

I riflessi neonatali sono risposte automatiche e involontarie a determinati stimoli, presenti fin dalla nascita, che rivelano molto sulla salute e sullo sviluppo neurologico del neonato

Matteo Cianci , pediatra
riflesso neonatale del neonato

Cosa sono i riflessi neonatali? Tra tutti i comportamenti che caratterizzano i primi mesi di vita, sono certamente tra i più affascinanti e curiosi; non raramente, però, scatenano dubbi e quesiti genitoriali.
I riflessi neonatali sono segnali che, se presenti e normali, esprimono il corretto funzionamento del sistema nervoso dei neonati

Si tratta, in parole semplici, di risposte automatiche e involontarie a determinati stimoli, presenti fin dalla nascita, che rivelano molto sulla salute e sullo sviluppo neurologico del neonato. Per scacciare via i timori, addentriamoci nel mondo dei riflessi neonatali; scopriamo quali sono i principali, a cosa servono e cosa può indicare la loro assenza.

Quali sono i riflessi neonatali?

Esistono diversi tipi di riflessi neonatali, tutti accomunati dal fatto che si tratta di risposte automatiche e involontarie evocabili fin dalla nascita.
Le caratteristiche dei riflessi neonatali offrono un importante indicatore della salute neurologica del neonato; ecco perché noi pediatri li esaminiamo attentamente durante le prime visite.

I principali riflessi neonatali sono quelli dello sviluppo, denominati anche “arcaici” o “primitivi”:

  • riflesso di suzione, che permette al neonato di nutrirsi. Viene evocato quando si stimola il suo palato con un dito o un ciuccio; in quel momento, il bambino inizierà a succhiare. Tale riflesso inizia a svilupparsi durante la vita intrauterina; pensate che, durante le ecografie, con un po’ di fortuna, è possibile osservare i feti che succhiano il loro dito;
  • riflesso di rooting (o di radicamento), di fondamentale importanza perché consente, insieme al riflesso di suzione, di alimentarsi. Si verifica quando si accarezza la guancia del neonato o si sfiora l’angolo della sua bocca con il capezzolo (o con il dito, che ne simula la forma). Come risposta, il bimbo girerà la testa verso lo stimolo e aprirà la bocca, pronto a succhiare;
  • riflesso di Moro, forse il più noto tra i riflessi neonatali, conosciuto anche come “riflesso di spavento”. Viene evocato in seguito a diversi stimoli, come per esempio lasciando improvvisamente cadere indietro la testa del neonato, o dopo movimenti bruschi o rumori forti. Il neonato reagisce allargando le braccia (abduzione ed estensione), aprendo le mani e poi riportandole verso il corpo (flessione e adduzione), come se cercasse di afferrarsi a qualcosa, per poi sfociare, solitamente, in un pianto;
  • riflesso di prensione, che consiste nella chiusura della mano del neonato attorno all’oggetto che ne ha stimolato il palmo. Un’analoga risposta si osserva esercitando una pressione con un dito o un oggetto sulla pianta del piede;
  • riflesso di marcia automatica, una risposta ottenuta sostenendo il neonato dalle ascelle e tenendolo in posizione verticale con i piedi a contatto con una superficie piana. Che cosa succede, quando lo si fa? Che il neonato accenna a una sorta di camminata, con un’alternanza lenta di flessione ed estensione delle gambe;
  • riflesso di Babinski, una risposta automatica che compare accarezzando o strofinando la pianta del piede del neonato. Dopo tale stimolo, le dita dei piedi si estenderanno verso l’alto e le altre dita si allargheranno, a mo’ di ventaglio;
  • riflesso di Galant (o di incurvamento del tronco), ottenuto ponendo il bambino in sospensione ventrale e poi strofinando o accarezzando la pelle lungo un lato della sua schiena. Questo evoca un movimento del tronco e delle anche del neonato verso il lato dello stimolo; in poche parole, curverà il corpo verso il lato stimolato;
  • riflesso tonico asimmetrico del collo, detto anche “dello schermidore”. Quando la testa del neonato viene girata da un lato, il braccio e la gamba sul lato verso cui guarda si estendono, mentre il braccio e la gamba opposti si piegano (postura della scherma);
  • riflesso di estrusione, o riflesso di spinta della lingua. Questo riflesso si manifesta quando un oggetto tocca la parte anteriore della lingua del neonato; in risposta, il neonato spinge fuori la lingua, espellendo l’oggetto dalla bocca.

Oltre ai riflessi primitivi, esistono altri riflessi meno noti che i pediatri ricercano poiché contribuiscono alla valutazione neurologica neonatale.
Bisogna però specificare che alcuni di questi riflessi neonatali (come quelli tendinei) possono essere difficili da ottenere e, pertanto, la loro presenza/assenza va interpretata soltanto alla luce dell’intero esame neurologico.

A cosa servono i riflessi neonatali?

Qual è lo scopo dei riflessi neonatali? I riflessi che abbiamo elencato svolgono un ruolo cruciale nel garantire la sopravvivenza e lo sviluppo del neonato. In che senso? Fondamentalmente, ognuno di essi possiede una funzione specifica:

  • il riflesso di suzione e il riflesso di rooting sono fondamentali per l’alimentazione. Essi, infatti, permettono al neonato di trovare il capezzolo e di succhiare efficacemente, garantendo l’assunzione dei nutrienti necessari per la crescita;
  • il riflesso di Moro ha un ruolo evolutivo di protezione, perché permette al bimbo di afferrare la madre o un altro supporto in risposta a situazioni di pericolo percepite, come quella di un’imminente caduta;
  • il riflesso di prensione aiuta il neonato a esplorare e a sviluppare la capacità di afferrare oggetti, un’abilità che diventerà particolarmente importante nei successivi stadi di sviluppo motorio;
  • allo stesso modo, il riflesso della marcia possiede una funzione preparatoria per la futura deambulazione volontaria;
  • il riflesso di Babinski è un indicatore dello sviluppo del sistema nervoso e della funzionalità del midollo spinale;
  • il riflesso di Galant assume il significato di allontanamento da uno stimolo nocicettivo e partecipa allo sviluppo dei muscoli e della coordinazione necessari per il movimento del tronco e la futura deambulazione;
  • il riflesso tonico-asimmetrico del collo facilita lo sviluppo della coordinazione mano-occhio e aiuta a stabilire una base per il movimento volontario;
  • il riflesso di estrusione serve a proteggere il neonato dall’ingestione di oggetti solidi che potrebbero causare soffocamento, favorendo quindi un allattamento sicuro ed efficace.

Ma quando compaiono e scompaiono i riflessi neonatali? I riflessi neonatali si sviluppano già nel grembo materno e sono presenti alla nascita. Nella maggioranza dei casi, i riflessi neonatali scompaiono entro i primi 6-12 mesi di vita, man mano che il sistema nervoso del bambino matura. Più specificamente:

  • il riflesso di suzione è talvolta già visibile intorno alla 18ª settimana di vita intrauterina, ma diventa ben presente intorno alle 32 settimane. Dopo i 3-4 mesi di vita comincia a perdere di intensità, tendendo a scomparire quasi sempre entro l’anno, nonostante possa essere talvolta osservato durante il sonno per diverso tempo a seguire;
  • anche il riflesso di rooting si sviluppa durante la vita intrauterina, intorno alla 32ª settimana di gestazione. Tende a scomparire entro i 4-6 mesi di vita;
  • il riflesso di Moro compare intorno alla 32ª settimana di gestazione e risulta ben sviluppato entro la 37ª settimana. Scompare entro i 3-6 mesi di vita;
  • i riflessi di prensione (palmare e plantare) sono ben sviluppati entro la 32ª settimana di età. Il riflesso di presa palmare è generalmente presente fino ai 3 mesi di vita nei neonati a termine, mentre il riflesso di presa plantare è generalmente presente fino ai 6 mesi di età;
  • il riflesso di marcia è presente a partire dalla 32ª settimana di gestazione e scompare entro 1-2 mesi di vita;
  • il riflesso di Babinski si sviluppa intorno alla 32ª settimana di gestazione, nonostante sia molto difficile osservarlo durante i controlli ecografici in gravidanza. Tra tutti i riflessi è quello che impiega più tempo a scomparire (2 anni);
  • il riflesso di Galant è presente a partire dalle 32 settimane di gestazione e scompare tra i 3 e i 4 mesi di vita;
  • il riflesso tonico-asimmetrico del collo, solitamente, compare intorno alla 35ª settimana di gestazione e scompare entro 3-4 mesi di vita nei neonati a termine;
  • il riflusso di estrusione si sviluppa generalmente a partire dalla 32ª settimana di gravidanza e scompare tra i 4 e i 6 mesi, indicandoci che il bambino è quindi pronto ad assumere cibi solidi.

Quando preoccuparsi per l’assenza dei riflessi neonatali

Dopo tutte queste premesse, arriviamo al punto più delicato: quali sono i possibili problemi dei riflessi neonatali? I riflessi dello sviluppo sono considerati anormali se sono, per esempio, asimmetrici.
L’asimmetria potrebbe indicare una sottostante emiplegia (debolezza o paralisi di un lato del corpo), lesioni nervose, paralisi cerebrale o altre anomalie neurologiche.

Allo stesso modo, così come la scomparsa dei riflessi neonatali è un segno del progresso nello sviluppo neurologico del bambino, la persistenza di alcuni di essi oltre il periodo previsto potrebbe indicare problemi neurologici. In questo articolo, però, ci concentreremo sull’assenza dei riflessi neonatali. Sebbene siano generalmente presenti in tutti i neonati, l’assenza di uno o più di questi riflessi può indicare la presenza di problemi di varia natura.

Ecco perché sia genitore che medici, nei primi mesi di vita, dovranno monitorare attentamente il comportamento del neonato, in maniera tale da individuare tempestivamente eventuali anomalie.
L’assenza dei riflessi neonatali può essere causata da diverse condizioni, tra cui:

  • anomalie presenti prima del parto che influiscono sullo sviluppo neurologico (sindromi genetiche) o che provocano danni cerebrali al feto (infezioni intrauterine, malformazioni cerebrali, esposizione a tossine in gravidanza);
  • prematurità (più grave è, maggiore sarà l’immaturità neurologica, con riflessi ridotti o assenti);
  • danni cerebrali e neurologici insorti durante il parto, come a causa di traumi, distocia di spalla, emorragia intracranica, asfissia alla nascita o infezioni;
  • condizioni insorte dopo il parto in grado di provocare danni neurologici, come infezioni neonatali, ittero grave (kernittero), disturbi metabolici o della coagulazione.

La riduzione o l’assenza di alcuni riflessi neonatali, oltre a raccontarci della causa patologica responsabile, nel neonato a termine è stata associata a un rischio aumentato di sviluppare paralisi cerebrale spastica, come nel caso delle alterazioni che coinvolgono il riflesso di prensione plantare.
C’è comunque da sottolineare che, in alcuni casi, l’assenza di un riflesso neonatale potrebbe essere temporanea e non indicare un problema grave.

Questo vale, ad esempio, per una buona parte di quei neonati prematuri che potrebbero mostrare riflessi meno sviluppati a causa dell’immaturità transitoria del sistema nervoso.

C’è poi da considerare la fisiologica variabilità che interessa il mondo della pediatria: il riflesso di Moro di vostro figlio non deve necessariamente essere identico a quello di un coetaneo.
Ogni neonato è unico e, di conseguenza, può mostrare variazioni nel comportamento riflesso rispetto agli altri.L’assenza (o la riduzione) dei riflessi neonatali non deve essere mai trascurata e va sempre segnalata al pediatra, in modo che si possa effettuare una valutazione più approfondita e individuare le anomalie che potrebbero destare preoccupazione.

Bibliografia

 

Articolo pubblicato il 06/09/2024 e aggiornato il 06/09/2024
Immagine in apertura Vad-Len / iStock

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