Negli ultimi decenni si è verificato un aumento costante dell’incidenza delle malattie allergiche. Oggi gli studiosi ritengono che fino al 18% dei bambini manifesterà un’allergia respiratoria, alimentare o cutanea, prima del compimento del 18° compleanno. Tra le cause note sin dagli anni ’90 c’è l’esposizione prolungata all’inquinamento stradale, che può causare una riduzione complessiva della funzionalità polmonare, anche in bambini non affetti da asma.
Oltre agli inquinanti dell’aria, sia quella esterna, sia quella all’interno degli edifici, esistono numerose sostanze chimiche di sintesi, come ad esempio i pesticidi, a cui siamo esposti attraverso l’aria, l’acqua e il cibo, che sono in grado di aumentare il rischio di asma e allergie, in particolare nei bambini.
Eppure, l’esposizione diretta a tutti questi inquinanti non spiega da sola il rapido incremento delle malattie allergiche. Il rischio di sviluppare allergie può essere influenzato anche da eventi che coinvolgono il feto, come il fumo di sigaretta, mentre altri, come una dieta materna sana e bilanciata, una famiglia numerosa e l’allattamento materno, possono essere dei fattori di protezione. Il parto cesareo, invece, aumenta il rischio di allergie, perché esclude il contatto del nascituro con la flora vaginale materna (microbioma), che ha un ruolo protettivo.
In Europa, oltre il 95% della popolazione delle città è esposta al TRAP (Traffic-Related Air Pollution, inquinamento atmosferico legato al traffico).
I bambini, inoltre, sono la categoria più a rischio, perché sono esposti più a lungo all’inquinamento atmosferico a causa della loro giovane età. Il TRAP favorisce l’insorgenza di asma e di altre malattie allergiche, come eczema e rinite allergica, in tutta la popolazione, perché provoca infiammazione delle vie respiratorie e dei vasi sanguigni. Le vie respiratorie infiammate, poi, risultano più sensibili a infezioni virali o batteriche, che a loro volta favoriscono l’infiammazione, innescando così una sorta di circolo vizioso. Le esposizioni a breve termine e a concentrazioni elevate di inquinanti atmosferici, soprattutto nella stagione calda, provocano inoltre un aumento degli accessi in pronto soccorso e dei ricoveri per asma, in particolare dei bambini e degli anziani di sesso maschile. Ma è l’esposizione a lungo termine e ad elevate concentrazioni di inquinanti che provoca gli effetti maggiori. Si riscontrano, infatti, infezioni respiratorie più frequenti, gravi e persistenti, soprattutto nei bambini asmatici, ma anche nei bambini più piccoli e in quelli affetti da malattie croniche come la fibrosi cistica.
Il TRAP, inoltre, può favorire anche le allergie cutanee e alimentari, perché i particolati più fini (cioè l’insieme delle sostanze inquinanti sospese nell’aria) penetrano agevolmente nei vasi degli alveoli polmonari, entrando direttamente in circolo.
Chiudersi tra le mura domestiche non protegge perché ci sono numerosi inquinanti allergizzanti presenti nelle case e anche negli edifici pubblici: il più importante, e maggiormente presente, è il fumo di tabacco, che provoca danni a tutte le età. Fumare in gravidanza, infatti, oltre a mettere a rischio la gravidanza stessa, può alterare lo sviluppo del polmone del nascituro, favorire l’insorgenza di asma e di broncospasmo in epoca post-natale e aumentare il rischio di asma in età adulta, soprattutto se l’esposizione al fumo continua dopo la nascita.
In particolare, l’esposizione al fumo favorisce la sensibilizzazione allergica nei bambini, con aumento della concentrazione nel sangue degli anticorpi che provocano reazioni allergiche. Questo effetto è più pronunciato nei bambini in età prescolare perché sono i più sensibili agli effetti dannosi del fumo. Mentre i bambini asmatici esposti al fumo passivo, rispetto ai non esposti, hanno un netto aumento degli episodi di broncospasmo e di accessi urgenti in pronto soccorso, e un rischio doppio di ricoveri per asma. Il fumo di tabacco può interagire anche con tutti gli altri inquinanti atmosferici aumentando il rischio di problemi respiratori, in particolare in epoca perinatale, anche perché deprime il sistema immunitario. È pertanto veramente essenziale evitare l’esposizione al fumo di tabacco durante la gravidanza, l’allattamento e durante tutta l’età pediatrica in generale.
Ma il fumo non è l’unico agente inquinante. Esistono numerosissimi altri inquinanti indoor che possono causare allergie, come ad esempio i materiali da costruzione per interni. I mobili nuovi e la vernice fresca, infatti, emettono composti organici volatili (VOC) come la formaldeide, che, per esposizioni a breve termine, risultano irritanti e allergizzanti per le vie respiratorie e per la pelle, mentre, per esposizioni a lungo termine, sono potenziali cancerogeni. Inoltre ci sono i perfluorocarburi, repellenti delle macchie applicati a tessuti e moquette; gli ftalati, aggiunti alle materie plastiche per renderle più flessibili; il triclosan, un antisettico presente nei saponi, nei deodoranti, nei dentifrici, nelle creme da barba e nei colluttori; i solventi organici utilizzati nell’industria e nel commercio, oltre che nella pulitura a secco, nelle vernici, negli addensanti delle vernici, negli inchiostri per le stampanti, negli smalti per le unghie e nei materiali da costruzione.
L’esposizione a tutti questi materiali è associata a una maggiore frequenza di problemi respiratori e allergici, perché interferiscono col sistema immunitario del bambino orientandolo verso una maggiore reattività di tipo allergico.
Per meccanismi analoghi anche gli erbicidi e i pesticidi sono associati ad asma e allergie.
A differenza dell’inquinamento dell’aria esterna, del cibo e dell’acqua, causato da fattori che sfuggono al nostro controllo, buona parte dell’inquinamento degli ambienti interni è conseguenza del nostro stile di vita ed è soggetto al nostro controllo. Pertanto, in questo caso, spetta solo a noi il compito di fare scelte che siano in grado di ridurre il più possibile il rischio.
nata a Frosinone nel 1956, pediatra di famiglia a Roma dal 1985, si occupa soprattutto di Formazione e di ricerca in pediatria delle cure primarie. È redattrice della rivista «Quaderni ACP» e autrice per Uppa magazine, dove ricopre anche il ruolo di responsabile scientifico. È autrice di numerose pubblicazioni scientifiche nazionali e internazionali, e di alcuni libri.