I sintomi delle prime settimane di gravidanza mostrano l’inizio del periodo di cambiamenti che affronterà il corpo della futura mamma. Ogni donna ha una percezione diversa del proprio corpo, alcune riconoscono anche i piccoli cambiamenti che avvengono ogni mese durante i giorni fertili, e sarà proprio questa confidenza con il proprio corpo a permettergli di percepire i sintomi della gravidanza sin dai primi giorni.
Non è possibile dire con precisione quando compaiono i sintomi della gravidanza, dal momento che ogni donna è una storia a sé. Nei primi tre mesi, tutti i cambiamenti che avvengono nel corpo sono mirati a facilitare l’attecchimento dell’ovulo e l’annidamento dell’embrione. Soprattutto nella fase iniziale, alcuni ormoni – gonadotropina corionica(HCG), estrogeni e progesterone – innescano quei meccanismi necessari a dare avvio alla gravidanza stessa e, contemporaneamente, inducono altri cambiamenti che riguardano il lato emotivo, in un lento processo di adattamento al nuovo stato. Sono proprio questi cambiamenti che possono portare a percepire i primi sintomi della gravidanza, ancor prima di effettuare il test.
Ma quali sono i sintomi della gravidanza? Quando iniziano a verificarsi? È possibile avere una gravidanza senza sintomi? Facciamo chiarezza su tutti i segnali che indicano l’inizio della gestazione e quando iniziano a verificarsi dopo il concepimento.
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I sintomi dell’inizio di una gravidanza possono comparire già poco tempo dopo il concepimento e sono una serie di reazioni che permettono al corpo della donna di prepararsi ad affrontare la crescita del bambino nell’utero. Il principale segnale dell’inizio della gravidanza è l’assenza del ciclo mestruale, ma non è l’unico, dal momento che tra i sintomi della gravidanza troviamo anche:
Di seguito approfondiremo tutti questi sintomi e spiegheremo per quale ragione si manifestano, ma prima cerchiamo di capire da quando iniziano.
Come abbiamo già accennato, caratteristiche e tempi dell’inizio della gravidanza sono diversi da donna a donna: alcune iniziano a percepire i primi sintomi addirittura qualche giorno dopo il concepimento, altre donne invece possono avere un inizio di gravidanza senza sintomi. Non è quindi possibile indicare con precisione quando compaiono i sintomi della gravidanza, dal momento che ogni donna ha un iter differente.
I disturbi della gravidanza, inoltre, possono comparire anche a parecchia distanza dalla mancata mestruazione. Facciamo una panoramica dei sintomi più comuni e diffusi, provando a ordinarli in base alla loro comparsa.
L’incontro fra la cellula uovo e lo spermatozoo avviene nella tuba di Falloppio (una parte cava dell’apparato riproduttivo femminile), da dove l’embrione impiega qualche giorno per raggiungere la cavità uterina: è qui che l’uovo fecondato inizia ad annidarsi e a “scavarsi” un piccolo spazio, completando l’impianto intorno al ventunesimo giorno del ciclo. Questa operazione può “irritare” l’utero, che reagirà contraendosi e provocando così dei piccoli dolori al basso ventre. Sono i cosiddetti “crampi da impianto”, comune a molte donne, che possono anche precedere la scadenza mestruale e rientrano nell’ampia e varia gamma dei primissimi sintomi della gravidanza. Questo sintomo è tuttavia sovrapponibile a quello del periodo premestruale e perciò non basta a indicare la presenza di una gravidanza.
Altro sintomo frequente che riguarda questa parte del corpo è la sensazione di pancia dura in gravidanza, di cui parliamo in questo articolo.
Data di inizio dell'ultimo ciclo mestruale
Tra i primi sintomi di gravidanza ci sono l’aumento di volume e una maggiore sensibilità del seno e dei capezzoli: sono tra i sintomi gravidici più diffusi e frequenti, quasi sempre presenti prima della scadenza mestruale.
Per molte donne diventa difficoltoso dormire a pancia in giù a causa di una profonda tensione a volte molto fastidiosa, spesso associata al cambiamento della cute del seno che in trasparenza mostra qualche vena superficiale, capezzoli e areola più scuri, con più evidenti rilievi sull’areola della mammella (i tubercoli di Montgomery). Questo accade in seguito alla spinta che gli ormoni fin dall’inizio esercitano sulla ghiandola mammaria, allo scopo di fortificarla e prepararla alla produzione di latte.
La tensione mammaria tuttavia è presente anche tra i sintomi premestruali: come distinguere allora i sintomi della gravidanza da quelli delle mestruazioni? Certamente, se c’è una gravidanza i sintomi che riguardano il seno non migliorano, anzi il problema si accentua; tuttavia, anche in questo caso, è molto difficile distinguere di cosa si tratta: la tensione mammaria non è un segno certo di gravidanza.
Anche se può sembrare banale, l’assenza di mestruazioni (amenorrea) è uno dei segnali forti che possono indicare la presenza di una gravidanza; tuttavia, l’avvio di una gravidanza non esclude la presenza di perdite di sangue.
In alcuni casi, ci potrà essere una leggera perdita di sangue in corrispondenza dell’impianto dell’embrione, con caratteristiche quantitative e qualitative differenti da caso a caso. Talvolta la perdita è periodica e un po’ più importante.
La fuoriuscita di una modesta quantità di sangue è un fenomeno che può avvenire anche in corrispondenza della prima mancata mestruazione: questi sintomi possono persistere nelle prime settimane di gravidanza (per effettuare un calcolo preciso delle settimane di gravidanza rimandiamo a questo articolo) e possono assumere un andamento ripetitivo e ritmico, tanto da simulare delle vere mestruazioni (pseudo-mestruazione). È un fenomeno innocuo, dovuto alle oscillazioni ormonali tipiche delle prime fasi della gravidanza.
L’amenorrea, inoltre, può essere causata anche da altri fattori: un cambiamento delle abitudini, un forte dimagrimento o la presenza di una condizione di particolare stress possono tenere lontane le mestruazioni per mesi… quindi anche il sintomo per antonomasia dell’inizio di una gravidanza non è un segno certo al 100%.
Un sintomo diffusissimo tra le donne è l’aumento delle normali secrezioni vaginali: è dovuto all’azione degli ormoni estrogeni, che fanno affluire più sangue ai genitali e agiscono sulle ghiandole presenti nella mucosa, che così aumentano le loro secrezioni (le “perdite chiare”).
La nausea è uno dei primi e più diffusi sintomi della gravidanza, insorge di solito fra la quinta e l’ottava settimana e si risolve spontaneamente una volta superato il primo trimestre. In associazione alla nausea, spesso compaiono anche una percezione alterata del gusto e un’aumentata sensibilità agli odori.
Ci sono donne che si accorgono di essere in gravidanza quando un alimento che hanno sempre trovato gradevole inizia a essere intollerabile e si trovano sorprendentemente a dire: «Ma cos’e questo cattivo odore…», riferito magari allo stesso caffè che per almeno dieci anni ha accompagnato ogni risveglio mattutino con grande piacere.
Pare che l’ormone responsabile di queste bizzarrie sia la gonadotropina corionica (HCG), l’ormone prodotto dall’embrione fin dalle primissime fasi del concepimento.
Nelle gravidanze gemellari, sostenute da valori molto alti di HCG, si hanno più frequenti e più importanti disturbi di questo tipo.
L’HCG è presente soltanto se c’è una gravidanza; per questo una sua frazione (beta-HCG) viene utilizzata per diagnosticare la gravidanza, anche nei test rapidi che si fanno a casa molto precocemente. Se il test è positivo siamo certi (al 95%) che la gravidanza ci sia, anche in caso di lievissimo ritardo delle mestruazioni; se invece il test è negativo, in caso di assenza del ciclo mestruale è buona norma ripeterlo aspettando qualche giorno.
L’HCG agisce sull’ovaio stimolandolo a produrre valori sempre più importanti di progesterone; raggiunge il suo massimo dosaggio intorno alla dodicesima settimana, dopo di che decresce rapidamente lasciando spazio all’azione del progesterone. Ecco perché nausea e vomito migliorano generalmente dopo il terzo mese.
La sensazione di stanchezza profonda nello svolgere le normali attività, senza un apparente motivo, può comparire anche nelle prime settimane dopo il concepimento e può essere associata a una profonda sonnolenza. La futura mamma ha bisogno di tempo, riposo e sonno per consentire al proprio corpo di abituarsi al nuovo stato. Gli ormoni, e in particolar modo il progesterone, guidano il corpo a rallentare; c’è un grande consumo di energia nell’organismo ed è normale assecondare questa richiesta e lasciarsi andare al sopore che sopraggiunge ogni volta che capita di fermarsi un attimo… sul divano, durante un viaggio in macchina (se non si è alla guida!), durante una conversazione noiosa…
Nella stessa parola “pro-gesterone” è insito il significato funzionale di questo potente ormone che esiste anche al di fuori della gravidanza e durante il ciclo mensile prepara la mucosa interna dell’utero all’eventualità di accogliere l’embrione, rendendola soffice, più spessa e umida. Se l’embrione non c’è o non si impianta, la mucosa si sfalda: arrivano le mestruazioni!
Il progesterone rallenta il corpo, rallenta i ritmi, e orienta la mente alla quiete, alla fantasia, al sogno, all’introspezione, al pensiero del piccolo, alla casa, alla cameretta… alla tana. Rilassa la muscolatura liscia, allo scopo di rendere l’utero meno sensibile all’impianto dell’ovulo fecondato, e quindi meno suscettibile a contrarsi con il rischio di espellerlo; contemporaneamente, però, rilassa anche la muscolatura dei piccoli vasi sanguigni periferici, producendo una diminuzione della pressione sanguigna.
Ed ecco spiegati i capogiri e qualche mancamento, fino a veri e propri svenimenti, che talvolta disturbano e preoccupano nelle fasi iniziali della gravidanza.
Accade molto di frequente che si verifichi un’aumentata necessità di fare pipì. L’aumento di volume dell’utero è pressoché immediato a seguito di un concepimento. Nelle prime settimane di gravidanza, la “pollachiuria”, cioè l’aumento dello stimolo a urinare, è dovuto ancora all’azione del progesterone che rilassa la muscolatura liscia della vescica e dell’uretra e limita la capacità di trattenere la pipì.
Anche in questo caso entra in gioco il progesterone, che determinando una diminuzione del tono della muscolatura intestinale e rallentando la peristalsi (le contrazioni intestinali) può indurre stitichezza. Per questo motivo occorre porre attenzione alla dieta, che deve essere ricca di fibre e acqua, e condurre una vita attiva, pur assecondando il suggerimento del corpo di far spazio alla lentezza.
Durante la gravidanza, soprattutto nel primo e nel terzo semestre, sono estremamente frequenti gli sbalzi d’umore, al punto che alcune donne pensano di essere imprigionate su una giostra di emotività che le rende vulnerabili e instabili ma anche meravigliosamente sensibili ed empatiche. Non ci si sentirà solo colte da malumori e pianti, ma anche pervase di un’inspiegabile felicità senza controllo. Insomma, un vero e proprio giro sull’ottovolante, di cui non bisogna preoccuparsi.
Basta osservare una donna in gravidanza per cogliere quella sua luce diversa e speciale, se è in salute. La bellezza è un effetto collaterale della gravidanza? Forse sì… Gli estrogeni, che moltiplicano le fibre muscolari dell’utero, in previsione del volume che dovrà raggiungere, si dedicano anche ad aumentare il volume del seno, stimolano la fame e nutrono la pelle dal profondo, arricchendola del collagene che le regalerà quel tipico aspetto elastico e fresco, difficilmente riproducibile artificialmente.
Gli estrogeni lucidano i capelli e accendono lo sguardo, ammorbidiscono le curve del corpo e (forse) nutrono il coraggio necessario a intraprendere l’avventura.In conclusione, il segreto da custodire sulla soglia incerta dei primi giorni di ritardo mestruale è affascinante: lasciatevi incantare per un attimo! L’ecografia, successivamente, farà forse materializzare sullo schermo tutti i sintomi veri o presunti, analizzati e radiografati fino allo spasimo… se si sta bene, si può stare un pochino sulla soglia a godersi lo spettacolo interiore di una nuova vita in arrivo dentro di noi.
ostetrica, ha avuto una lunga esperienza lavorativa nel servizio pubblico, sia sul campo sia come ostetrica dirigente. In questa veste ha aperto il Centro nascita “Margherita”, struttura dedicata al parto naturale dell’Azienda ospedaliero-universitaria Careggi di Firenze, e lo ha diretto dal 2007 al 2014. È autrice di numerose pubblicazioni su riviste di settore, e del libro “Partorirai con amore”. È in pensione dal 2017.
Ostetrica presso i presidi ospedalieri di S. Donà di Piave (VE), Policlinico Universitario a gestione diretta di Udine e Azienda Ospedaliera e Universitaria di Careggi di Firenze. Nel corso della propria formazione ha approfondito in particolare la fisiologia della nascita, la cultura della sicurezza, gli strumenti della comunicazione efficace in ambito sanitario, l’intelligenza emotiva e il benessere organizzativo nei luoghi di lavoro.