Se il distanziamento sociale ci ha allontanati da amici e colleghi, ci ha portati più vicino che mai ai bambini, con i quali ora condividiamo ogni momento della giornata. Così come loro sono davanti ai nostri occhi, anche noi siamo davanti ai loro. Siamo diventati i loro unici modelli di riferimento, nel bene e nel male, nei nostri punti di forza e nelle nostre fragilità, nei nostri valori e disvalori, anche a tavola. Dal punto di vista dell’educazione alimentare, però, la convivenza forzata è soprattutto un’opportunità, che ci insegna perlomeno sei lezioni preziose.
Nella vita quotidiana molti bambini erano abituati a vedere il cibo soltanto nel piatto, come se fosse un “oggetto commestibile”. Non assistevano ai processi lunghi e complessi di preparazione: il tempo e le energie che occorrono per fare la spesa, le procedure necessarie per pulire la verdura, per cucinare il pesce, per fare il pane… Non erano consapevoli neppure della quantità di imballaggi e confezioni che buttiamo via e del tempo che occorre per il riordino.
Oggi il pasto assume un peso diverso: non è più un momento da gestire nella fretta, ma torna a essere un’occasione per condividere qualcosa di importante, per conoscere e capire, per acquisire competenze, per guardarsi in faccia e parlare, per far emergere pensieri e talvolta piccoli conflitti. Il cibo non è più un banale oggetto commestibile ma è diventato un bene potente, che nutre il corpo, la mente e le emozioni.
Il cibo ha un indiscutibile potere consolatorio. Non c’è genitore che in questi giorni di semi-prigionia non cerchi di strappare un sorriso con qualcosa di buono e goloso. Sapori e consistenze riescono a scaldare quasi come un abbraccio e i bambini lo sanno.
Non c’è nulla di male a coccolare un po’ il palato, purché lo si faccia con moderazione, senza sostituire l’ascolto empatico e soprattutto senza cedere al cibo scadente o sbilanciato.
Privilegiamo gli alimenti di qualità, con ridotti contenuti di grassi, sale e zuccheri: un budino di latte addensato con i semi di chia, uno yogurt naturale con la frutta fresca o con una buona confettura, dei biscotti fatti in casa usando farine semi-integrali e farina di mandorle (che è naturalmente dolce e naturalmente grassa: così possiamo usare meno zucchero e meno burro), polpettine cotte al forno anziché fritte, un purè colorato aggiungendo alle patate una carota lessa (purè arancione) oppure dei piselli passati (purè verde). Tra comfort food e salute non c’è necessariamente un conflitto.
Ora che è importante uscire di casa il meno possibile, anche la spesa va fatta oculatamente e senza sprechi, magari acquistando in luoghi diversi da quelli ai quali siamo abituati. I bambini vedono in tavola alimenti nuovi e, forse per la prima volta, vedono i genitori che stanno attenti alle quantità e agli sprechi, che si preoccupano che ciò che finisce potrebbe non essere più reperibile, che escogitano alternative: «Oggi al supermercato non c’erano le uova, allora ho preso la farina di ceci, così facciamo una frittata diversa ma altrettanto buona»; «Non c’è più lievito di birra ma ho trovato una ricetta per fare la pasta madre».
Queste osservazioni rappresentano lezioni preziose perché insegnano che il cibo non è una risorsa infinita e che il pensiero creativo ha un’applicazione fondamentale nella vita: serve a trovare soluzioni.
Per quanto le nostre vite siano state stravolte dall’emergenza sanitaria, siamo “solo” di fronte a una pandemia. Basta aprire la finestra per vedere che il problema, ai nostri occhi enorme e devastante, in verità affligge unicamente la specie umana. Ogni altra specie animale e vegetale sta continuando la sua vita di sempre: gli uccelli volano e le piante fioriscono come ogni anno.
Questa riflessione può aiutare a rasserenare quei bambini che in questi giorni appaiono particolarmente spaventati.
Perfino la frutta e la verdura che acquistiamo sono prova tangibile che la natura continua a fare il suo corso e a darci il cibo che ci serve per vivere. Laviamo insieme la frutta, coinvolgiamo i bambini nella preparazione di un’insalata e riflettiamo insieme su come la natura ci protegga ogni giorno, regalandoci le energie che ci servono per mantenerci in buona salute.
Facciamo a volte l’errore di pensare che la natura viva solo fuori dalla porta di casa, ma la verità è diversa: se guardiamo con attenzione in dispensa e in frigorifero, troviamo foglie (la verdura), bulbi (aglio e cipolle), frutti (ortaggi e frutta) e semi (spezie, legumi, cereali…): un vasto campionario che possiamo divertirci a osservare, toccare, annusare, collezionare, classificare, coltivare o far germogliare. Anche così scopriamo che la natura non ci abbandona mai. Le esplorazioni naturali domestiche posso offrire molti spunti educativi, soprattutto per gli appassionati di scienza e di botanica.
Cucinare, apparecchiare e sparecchiare, pulire il tavolo, spazzare, lavare le stoviglie: in cucina si imparano tanti piccoli gesti che allenano la maestria della mano e insegnano le mosse e le procedure che ci permettono di prenderci cura di noi e degli altri, in quello spirito di collaborazione che rasserena perché consente di sintonizzarsi tutti su un obiettivo comune.
Cerchiamo allora, nei limiti del possibile, di assegnare ai bambini diverse mansioni e diamo loro il tempo di imparare e perfezionare le loro abilità un poco alla volta. Non chiamiamoli in cucina solo per fare torte e biscotti, ma anche per collaborare alla preparazione dei pasti quotidiani.