Carla e Luigi stanno cercando una gravidanza da qualche mese. Parlando con un’amica sono venuti a conoscenza del metodo della misurazione della temperatura basale per conoscere i giorni più fertili e avere quindi rapporti mirati. Carla cerca quindi maggiori informazioni sull’argomento, confrontandosi soprattutto con la sua ostetrica di fiducia, la quale le spiega che cos’è questo metodo, come funziona e soprattutto come utilizzarlo.
La temperatura corporea basale è la temperatura che ogni individuo ha appena si sveglia la mattina, prima di compiere qualsiasi tipo di attività. Nelle donne in età fertile, come Carla, questa temperatura si modifica durante il ciclo mestruale: i cambiamenti ormonali delle diverse fasi del ciclo determinano oscillazioni della temperatura stessa e la sua misurazione può quindi essere utilizzata come metodo naturale per valutare l’andamento del ciclo e verificare l’eventuale ovulazione.
L’andamento della temperatura corporea è oscillatorio e dipende dalla quantità di progesterone in circolo che è minore e quasi assente durante la fase follicolare (prima fase del ciclo mestruale che inizia con la mestruazione) e aumenta, raggiungendo il suo picco, in fase luteale (seconda fase del ciclo mestruale dopo l’avvenuta ovulazione), determinando anche altre modifiche come le caratteristiche del muco cervicale o lo spessore dell’endometrio uterino.
La temperatura basale è più bassa prima dell’ovulazione (ad esempio tra i 36.3°C e i 36.7°C) mentre nel periodo dopo l’ovulazione si alza di qualche grado (37°C e oltre) rimanendo così alta fino all’arrivo della mestruazione, oppure sale in caso di avvenuta fecondazione dell’ovulo e quindi di stato di gravidanza iniziale.
Dunque perché consigliare la misurazione della temperatura basale? Questa misurazione, durante tutto il ciclo mestruale, può essere utile per valutare l’ovulazione – quindi la finestra di giorni fertili per concepire – e anche il possibile inizio di una gravidanza, da confermare ovviamente con esami successivi.
La temperatura basale come si misura? Le indicazioni che vengono fornite alle donne come Carla sono di misurarla dal primo giorno del ciclo mestruale – se possibile, oppure dal giorno successivo – fino alla fine dello stesso ciclo mestruale, segnando ogni mattina il valore rilevato comprendendo il decimo di grado (ad esempio, 36,4°C), azione fondamentale per notare le piccole differenze di oscillazione.
La rilevazione deve essere fatta possibilmente la mattina e indicativamente sempre alla stessa ora, appena sveglie e senza alzarsi dal letto, pertanto prima di fare qualsiasi tipo di attività.
Le attività, l’assunzione di liquidi come il caffè o altri fattori legati allo stato di salute (ad esempio influenza, raffreddore o assunzione di farmaci), possono alterare la temperatura, quindi la rilevazione non risulterebbe attendibile. La temperatura rilevata viene segnata su un grafico cartaceo appuntando anche eventuali altri sintomi rilevati dalla donna; esistono anche applicazioni dedicate a questa attività.
Quale termometro usare per la temperatura basale e come utilizzarlo? I migliori strumenti sono i termometri digitali basali che si trovano in farmacia, ma vanno bene anche quelli classici, l’importante è che riportino i decimali della temperatura. La via per una misurazione ottimale e anche quella più attendibile è la via rettale, mentre quella orale e quella vaginale, comunque possibili, sono più soggette ad alterazioni della temperatura a causa di infezioni (conseguente, ad esempio, in caso di carie dentale). Una volta scelto lo strumento da utilizzare e la via di rilevazione, questi non devono essere più cambiati per non falsare i risultati.
La temperatura, quindi, va presa ogni mattina, indicativamente alla stessa ora e prima di alzarsi dal letto, e questa rilevazione va poi segnata quotidianamente su un grafico per osservare le oscillazioni fisiologiche durante il ciclo mestruale (meglio se questo viene fatto costantemente per almeno due-tre mesi consecutivi). Ma com’è l’andamento del grafico della temperatura basale?
Nel grafico di un ciclo mestruale ovulatorio comparirà una curva bifasica che comprende:
Il grafico di un ciclo mestruale anovulare, invece, ovvero in assenza di ovulazione, mostrerà una curva monofasica, con una persistenza di una temperatura al di sotto dei 37°C che perdura per tutta la durata del ciclo mestruale.
Si parla infine di andamento trifasico quando si verifica una fecondazione: il grafico della temperatura basale di una donna in gravidanza mostra che l’aumento della temperatura, dopo l’ovulazione, continua oltre i 14 giorni, anzi a volte aumenta leggermente.
La misurazione della temperatura basale nasce come metodo di contraccezione naturale ma viene utilizzato anche come metodo di controllo del ciclo mestruale ed è utile quindi alla pianificazione di una gravidanza, perché può aiutare a individuare i giorni più fertili.
La rilevazione può risultare complessa soprattutto durante le prime volte; l’interpretazione delle oscillazioni, soprattutto quelle piccole, è difficile e il valore rilevato può dipendere da tanti fattori incontrollabili, come infezioni, malattie intercorrenti, assunzioni di farmaci o altre attività mattutine che possono alterare la temperatura basale.
Alle donne che cercano una gravidanza come Carla, pertanto, va spiegato che questo metodo non sempre è attendibile per individuare i giorni fertili, così come alle donne che vorrebbero invece utilizzare questo metodo in forma anticoncezionale va spiegato che non è efficace come altri metodi di barriera (ad esempio il preservativo) o ormonali come la pillola o il cerotto anticoncezionale.