Tiroide in gravidanza, come cambia nei 9 mesi

I problemi relativi alla tiroide sono i più frequenti nelle gestanti, dopo il diabete. Un monitoraggio periodico della funzionalità di questa ghiandola è fondamentale durante i nove mesi di attesa, al fine di evitare eventuali conseguenze e rischi per mamma e bambino

Francesca Finiguerra , ostetrica
donna in gravidanza senza problemi di tiroide

Carola è alla 23^ settimana di gravidanza, mentre Elena sta per affrontare un percorso di Procreazione Medicalmente Assistita (PMA). Entrambe si trovano nello stesso ambulatorio per eseguire le analisi del sangue e per fare un controllo della tiroide. Iniziano quindi a farsi delle domande: perché è importante valutare la funzionalità della tiroide in gravidanza? Come curare e prevenire i malfunzionamenti di questa ghiandola e quindi prevenire eventuali problemi durante la gestazione?

Continui adattamenti dell’organismo della donna sono presenti durante tutti i nove mesi di attesa, e in questo periodo possono verificarsi anche dei cambiamenti della tiroide. Come vedremo in questo articolo, una corretta funzionalità di questa ghiandola è fondamentale per il benessere della donna e soprattutto per la sana crescita del bambino in utero. Vediamo allora a cosa fare attenzione.

Come cambia la tiroide in gravidanza?

La tiroide è una ghiandola endocrina situata nella parte anteriore del collo; si definisce endocrina perché produce ormoni che circolano in tutto l’organismo e che svolgono diverse funzioni; i principali sono T4 (tiroxina) e T3 (triiodotironina), che vengono rilasciati nel sangue per azione dell’ormone tireostimolante (TSH) prodotto dall’ipofisi (la più importante ghiandola endocrina dell’organismo umano).

Come accennato, anche la tiroide può subire cambiamenti fisiologici durante l’intero arco della gravidanza, dovuti proprio alle modificazioni tipiche della gestazione. Tra questi, l’aumento di volume della tiroide stessa, l’aumento nella produzione di ormoni tiroidei e la diretta diminuzione della produzione di TSH, che si verificano in gran parte durante le prime fasi della gravidanza e sono dovuti soprattutto agli alti livelli di Beta hCG (il cosiddetto “ormone della gravidanza”, in questo articolo spieghiamo di cosa si tratta).

Problemi con la tiroide in gravidanza

I problemi relativi alla funzionalità della tiroide sono i più frequenti nelle gestanti,  dopo il diabete.
Le principali disfunzioni della tiroide in gravidanza sono l’ipotiroidismo, ovvero la riduzione  degli ormoni tiroidei, e l’ipertiroidismo, cioè l’eccessivo rilascio di ormoni tiroidei, e in entrambi casi è opportuno valutare eventuali sintomi riconducibili alle due patologie: le donne con ipotiroidismo riferiscono affaticamento, eccessivo aumento di peso e intolleranza al freddo, oltre a segni visibili come pelle secca, faccia gonfia e bradicardia (frequenza cardiaca bassa). L’ipertiroidismo può invece determinare palpitazioni, sudorazione eccessiva e intolleranza al caldo, associabili a tachicardia (frequenza cardiaca alta). In caso di assenza di sintomi, occorre comunque controllare i valori del sangue attraverso un prelievo venoso.

Le disfunzioni della tiroide sono pericolose per mamma e feto? Entrambe le disfunzioni possono comportare malfunzionamenti dell’organismo materno e, quindi, anche di quello feto-neonatale, con possibili conseguenze negative sulla gravidanza stessa se non adeguatamente curate. Tra le principali, durante la gravidanza, troviamo il rischio di aborto spontaneo e di parto pretermine, l’ipertensione e la preeclampsia, mentre successivi, invece, l’emorragia post-partum e il basso peso del neonato alla nascita.  

Il pericolo di disfunzioni tiroidee non viene mai azzerato, ma con le valutazioni mediche, gli esami del sangue e le adeguate terapie, possibili conseguenze e rischi vengono ridotti.

Come prevenire e curare le disfunzioni della tiroide in gravidanza

Per diagnosticare eventuali disfunzioni tiroidee è bene fare un’adeguata anamnesi all’inizio della gravidanza – meglio ancora nel periodo che precede il concepimento, come nel caso di Elena – e continuarla per tutti i nove mesi, associandola a un esame di controllo (come nel caso di Carola).

Come curare i problemi alla tiroide in gravidanza? Tutte le disfunzioni tiroidee hanno uno specifico trattamento farmacologico, sulla base dei sintomi e dei valori del sangue. La terapia viene decisa dal medico o dallo specialista, attraverso la prescrizione di farmaci compatibili con lo stato gravidico. 

E invece è possibile prevenire una disfunzione della tiroide in gravidanza? Come già accennato, la prevenzione viene fatta sin dal periodo preconcezionale e durante le prime settimane di gravidanza attraverso un’attenta anamnesi. Continua poi per tutti i nove mesi di attesa attraverso una corretta assunzione di iodio, micronutriente che costituisce la struttura chimica proprio degli ormoni tiroidei. L’aumentata produzione di T3 e T4, e il fatto che aumenti anche il lavoro dei reni per eliminare questi ormoni, accresce il fabbisogno di iodio in gravidanza, proprio affinché sia presente un corretto equilibrio degli ormoni tiroidei circolanti nel sangue. 

Ma come assumere lo iodio? In quali alimenti è contenuta questa sostanza? Lo iodio può essere assunto tramite una dieta varia. È infatti contenuto nelle uova e nel latte, nei crostacei e nei pesci marini e, infine, in quantità inferiore nella carne, nella frutta e nella verdura. Nella gestante, il fabbisogno di iodio aumenta di circa 250 microgrammi al giorno, per assicurare una corretta crescita del bambino in utero. Si consiglia quindi, alle donne sane, di incrementare l’assunzione della sostanza tramite il sale arricchito di iodio sempre nell’ambito di una dieta varia e bilanciata.

Bibliografia
Articolo pubblicato il 15/02/2023 e aggiornato il 16/05/2024
Immagine in apertura Viorel Kurnosov / iStock

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