L’influenza, malattia respiratoria provocata dai virus influenzali di tipo A o B (più raramente tipo C), ha generalmente un decorso benigno. Pertanto, è naturale chiedersi quale sia il ruolo del vaccino antinfluenzale nei bambini.
Nel corso dell’inverno, l’influenza si rende responsabile di circa il 9% dei malanni virali, condividendo con essi una combinazione di sintomi tra cui febbre, tosse, naso che cola, mal di testa e dolori muscolari.
Solo raramente, specialmente nei bambini a rischio, può presentare un decorso più grave.
In questo articolo esamineremo il vaccino contro l’influenza per i bambini. Ha senso farlo? Quando? Come? Ci sono rischi?
Conviene fare il vaccino contro l’influenza ai bambini? Prima di decretare una risposta, esaminiamo pro e contro. Partiamo dai primi:
Quest’ultimo punto è prioritario quando parliamo di bambini particolarmente “a rischio”, cioè affetti da condizioni preesistenti che favoriscono il sopravvenire di complicanze.
L’elenco di queste condizioni è lungo e include malattie croniche di vario tipo, che coinvolgono uno o più apparati: l’asma, la displasia broncopolmonare, la fibrosi cistica, le cardiopatie congenite e acquisite, il diabete mellito, l’insufficienza renale, le malattie infiammatorie croniche e patologie tumorali.
Passiamo ai contro:
Le principali controindicazioni riguardano:
A proposito di allergia all’uovo e vaccino inattivato, generalmente non ci sono controindicazioni, perché il rischio di reazioni allergiche è remoto.
Tuttavia, i bimbi con un’anamnesi di grave allergia all’uovo devono essere vaccinati in un ambiente protetto, ovvero sotto la supervisione di un medico preparato a riconoscere e intervenire prontamente a eventuali reazioni allergiche.
Non va inoltre dimenticato che, tra i vaccini antinfluenzali inattivati, ve ne è uno basato su un virus coltivato in colture cellulari (VIQcc), somministrabile a partire dei 2 anni di vita, completamente privo di proteine delle uova e quindi esente da rischi.
Quando fare il vaccino per l’influenza? Considerando che tale malattia compare solitamente durante la stagione invernale, compatibilmente con la disponibilità sarebbe ideale eseguire la vaccinazione nel corso della stagione autunnale, tra ottobre e metà novembre (per approfondire il tema, vi consigliamo la lettura di questo articolo), poiché il sistema immunitario impiega circa due settimane per sviluppare una risposta completa alla vaccinazione. In questo modo, non si arriva all’inverno “impreparati”.
Ovviamente, anche se si arriva a dicembre o si va oltre, è comunque possibile vaccinarsi (meglio tardi che mai!).
Ma quale vaccino fare? Attualmente, in Italia, per le vaccinazioni in età pediatrica sono disponibili due vaccini inattivati (somministrati tramite iniezione) e un vaccino vivo attenuato (somministrato tramite spray nasale). Entrambi sono quadrivalenti, ovvero contengono due ceppi di virus A e due ceppi di virus B.
I vaccini inattivati vengono somministrati tramite una puntura intramuscolare sulla parte esterna della coscia fino ai 2 anni di vita o sul braccio (muscolo deltoide) oltre i 2 anni. In particolare:
Il vaccino vivo attenuato, invece, viene somministrato con uno spray intranasale, spruzzando metà dose per narice. Si può ricevere tra i 2 e i 18 anni.
Inattivato o attenuato, in entrambi i casi, nei bambini e nelle bambine al di sotto dei 9 anni mai vaccinati in precedenza, si raccomandano due dosi di vaccino a distanza di almeno quattro settimane di distanza l’una dall’altra.
L’efficacia è simile per entrambi i vaccini, ma l’indicazione su quale usare, oltre che dall’età del bimbo e dalla disponibilità delle dosi, dipende dalla decisione del pediatra che conosce il paziente.
Quanto dura il vaccino antinfluenzale nei bambini? In questo modo i piccoli sono protetti anche da altri malanni?
La copertura del vaccino antinfluenzale nei bambini dura circa sei mesi. Per quanto riguarda lo “spettro di azione”, il vaccino copre solo contro i virus antinfluenzali e non protegge dai malanni stagionali diversi dall’influenza. Ogni anno, il vaccino viene infatti “aggiornato” per includere i ceppi di virus influenzali che, in previsione, saranno i più comuni e virulenti e, pur essendo efficace, non garantisce una protezione del 100%.
Possono verificarsi reazioni dopo il vaccino antinfluenzale nei bambini? Così come può capitare dopo l’assunzione di qualsiasi farmaco, possono verificarsi degli effetti collaterali anche dopo il vaccino, ma quasi sempre lievi e temporanei. La vaccinazione antinfluenzale, infatti, ha un alto profilo di sicurezza.
Febbre, dolore e arrossamento nel punto di iniezione, dolori muscolari, malessere generale e mal di testa sono gli effetti indesiderati più frequenti. Questi sintomi generalmente scompaiono in circa 48 ore, e possono comunque risolversi con antipiretici/antidolorifici all’occorrenza.
Il vaccino tramite spray può comportare congestione nasale, naso che cola, tosse, malessere generale e inappetenza, destinati anch’essi a risolversi all’incirca entro 48 ore dalla somministrazione.
Molto più raramente, la vaccinazione antinfluenzale è seguita da reazioni di ipersensibilità, anafilassi e lievi aumenti dei tassi di convulsione febbrile.
Per quanto riguarda la possibilità che bimbi vaccinati con ceppi influenzali vivi attenuati possano trasmettere la malattia ad altri, ciò è alquanto inverosimile. Uno studio ha rilevato che la probabilità di trasmissione a un bambino dopo il contatto con un bambino vaccinato è dello 0,58%.
In sintesi, cosa aspettarsi facendo il vaccino antinfluenzale ai bambini?
Riassumiamo i punti focali prima di dare una risposta finale:
Per questa ragione, nonostante venga offerta attivamente e gratuitamente nei bimbi dai 6 mesi ai 6 anni e in quelli più fragili a causa di patologie e condizioni preesistenti, l’ultima parola spetta al pediatra, che conosce a fondo la storia clinica del bambino.