Vaccino per morbillo, parotite, rosolia e varicella (MPRV): come funziona?

Somministrato prevalentemente nei bambini, il vaccino tetravalente MPRV può essere offerto anche agli adulti, nel caso questi non fossero stati vaccinati o non avessero ancora contratto una di queste infezioni. Scopriamo perché il suo ruolo è fondamentale nella prevenzione di complicanze gravi

Antonio Clavenna , farmacologo clinico
Bambina riceve il vaccino mprv

Vaccino MPR e Vaccino MPRV: da cosa proteggono e quali sono le differenze? Sono obbligatori? Quando vanno somministrati?

Partiamo col dire che si tratta di vaccini molto importanti perché proteggono da malattie infettive particolarmente contagiose che, in alcuni casi (neonati, persone immunodepresse, donne in gravidanza), possono avere anche gravi conseguenze.
Rispondiamo quindi di seguito alle domande più frequenti sull’argomento.

Vaccino MPR e vaccino MPRV: da quali malattie proteggono?

Il vaccino trivalente MPR, anche detto vaccino morbillo-parotite-rosolia, protegge appunto dalle malattie esantematiche morbillo, parotite e rosolia. Da qualche anno è disponibile anche un vaccino combinato tetravalente (o quadrivalente), ovvero il vaccino MPRV, che protegge anche dalla varicella.

Ma perché è importante proteggersi da queste malattie?

Vaccino per il morbillo?

Il morbillo è una malattia infettiva esantematica causata da un virus della famiglia dei Paramyxovirus. Si trasmette per via aerea tramite le goccioline respiratorie che si diffondono nell’aria quando il malato tossisce o starnutisce. È tra le malattie infettive più contagiose: si stima che un ammalato possa contagiare tra le 12 e le 18 persone.

I primi sintomi sono simili a quelli di un raffreddore (tosse, naso che cola, congiuntivite) e febbre alta. Nei giorni successivi compaiono dei puntini bianchi all’interno della bocca (simili a una capocchia di spillo, sono chiamati “macchie di Koplik”). Dopo tre-quattro giorni appare l’eruzione cutanea caratteristica (esantema), composta da puntini di color rosso vivo, prima dietro le orecchie e sul viso, poi su tutto il resto del corpo.

L’eruzione dura dai quattro ai sette giorni e scompare man mano, a cominciare dal collo. Talvolta, può rimanere per qualche giorno una desquamazione della pelle.

I neonati e le persone immunodepresse sono i soggetti a maggior rischio di complicanze, tra cui le più frequenti sono l’otite media (7-9% dei casi) e la diarrea (6%). In un caso ogni 20 ammalati di morbillo si può arrivare ad avere la polmonite, mentre in un caso ogni 1.000 compare l’encefalite. Si stima che il morbillo possa causare la morte in un caso ogni 1.000-3.000 ammalati. 

Una complicanza estremamente rara (una ogni 100.000) è la panencefalite subacuta sclerosante (PESS) che si sviluppa a distanza di 7-10 anni dall’infezione e che porta alla morte. 

Vaccino per la parotite

Anche la parotite (in gergo chiamata “orecchioni”) è una malattia infettiva di origine virale e si trasmette attraverso la saliva o il muco dalle vie aeree superiori. Una persona con l’infezione può dunque trasmettere il virus attraverso la tosse e gli starnuti, oppure condividendo con altri tazze, bicchieri, posate.

La parotite si manifesta inizialmente con dolore durante la masticazione o la deglutizione, cui segue il rigonfiamento doloroso di una ghiandola salivare posta davanti e sotto l’orecchio, la parotide. Possono ingrossarsi una o entrambe le parotidi e anche altre ghiandole salivari, e spesso sono presenti altri sintomi come brividi, mal di testa, mal di pancia e febbre.

Nei bambini la malattia si risolve nella maggior parte dei casi in pochi giorni, mentre negli adulti sono più frequenti alcune complicanze: nel 20-30% dei maschi che si ammalano dopo la pubertà, si verifica l’insorgenza dell’orchite, caratterizzata dal gonfiore di uno o di entrambi i testicoli. Sebbene raramente, questa complicanza può portare a sterilità.

Vaccino per la rosolia

Come il morbillo e la parotite, anche la rosolia è una malattia esantematica causata da un virus (Rubivirus) e si diffonde tramite le goccioline respiratorie diffuse nell’aria dal malato o il contatto diretto con le secrezioni nasofaringee. 

I sintomi più comuni sono lievi ed evidenti in un periodo compreso tra cinque e 10 giorni, ma è frequente che l’infezione sia asintomatica.

Nell’adulto, durante i primi cinque giorni di decorso, i sintomi principali possono includere: febbre lieve e mal di testa; eruzione cutanea consistente in piccole macchie rosa che compaiono prima dietro le orecchie, poi sulla fronte e su tutto il corpo e durano due-tre giorni; leggeri gonfiori dei linfonodi alla base della nuca, sul retro del collo e dietro le orecchie; dolori articolari; congiuntivite.

Se contratta durante la gravidanza, la rosolia può essere trasmessa al feto e causare aborto o malformazioni (difetti cardiaci, cecità, sordità, ritardo mentale).

Vaccino per la varicella

La varicella è una malattia dovuta al virus Varicella-Zoster ed è tra le malattie infettive più contagiose, soprattutto nei primi stadi dell’eruzione. La trasmissione da persona a persona avviene per via aerea mediante le goccioline respiratorie diffuse nell’aria quando una persona affetta tossisce o starnutisce, o tramite contatto diretto con lesione da varicella o zoster. 

La malattia esordisce con un esantema cutaneo, febbre non elevata e lievi sintomi generali come malessere e mal di testa. Per tre-quattro giorni compaiono piccole papule rosa pruriginose su testa, tronco, viso e arti, a ondate successive. Le papule evolvono in vescicole, poi in pustole e infine in croste, destinate a cadere. La varicella è in genere una malattia benigna che guarisce nel giro di 7-10 giorni. La malattia tende ad avere un decorso più aggressivo nell’adolescente e nell’adulto, e può essere particolarmente grave se colpisce persone immunodepresse, ovvero con infezione da HIV, o sottoposte a chemioterapia o in cura con farmaci corticosteroidi per asma o altre malattie. 

L’infezione produce un’immunità che dura tutta la vita e raramente una persona può sviluppare la varicella due volte. Tuttavia, il virus non viene eliminato dall’organismo, ma rimane latente (nascosto) nei gangli delle radici nervose spinali. Nel 10-20% dei casi il virus si risveglia a distanza di anni o di decenni, solitamente dopo i 50 anni, dando luogo all’herpes zoster, noto comunemente come “fuoco di Sant’Antonio”

Se la varicella viene contratta da una donna all’inizio di una gravidanza (nei primi due trimestri di gestazione) può essere trasmessa al feto, causando la cosiddetta sindrome della varicella congenita, caratterizzata dalla presenza di cicatrici cutanee, lesioni oculari (ad esempio cataratta), ridotta dimensione del cranio (microcefalia) e ritardo dello sviluppo cognitivo.

Il vaccino per la varicella è obbligatorio, così come quelli per morbillo, parotite e rosolia, che rientrano tra le vaccinazioni obbligatorie per tutti i nuovi nati. L’unica particolarità sta nel fatto che può essere somministrato anche singolarmente, poiché esiste un vaccino monovalente specifico. Di conseguenza, come detto, si può scegliere tra due opzioni:

  • il vaccino quadrivalente MPRV, che protegge contemporaneamente contro morbillo, parotite, rosolia e varicella;
  • il vaccino trivalente MPR (morbillo, parotite e rosolia), a cui si può aggiungere separatamente il vaccino monovalente per la varicella.

La scelta tra vaccino singolo o combinato dipende dall’età, dallo stato vaccinale del paziente e dalle raccomandazioni mediche.

Cosa contengono i vaccini MPR e MPRV e quando si fanno?

I vaccini contengono ceppi vivi attenuati dei virus che causano le quattro malattie. Sono ceppi in grado di causare una forma molto lieve di malattia. Dal momento, però, che sono comunque virus vivi, la vaccinazione non può essere effettuata in soggetti immunodepressi: la ridotta risposta del sistema immunitario potrebbe non essere in grado di eliminare il virus.

I vaccini MPR/MPRV sono somministrati in due dosi: la prima tra i 12 e i 15 mesi di età e la seconda tra i 5 e 6 anni di età. 

Come detto, possono essere somministrati insieme (vaccino quadrivalente MPRV), oppure nella modalità vaccino MPR e vaccino monovalente antivaricella, sempre nella stessa seduta, ma in due sedi separate.

Se i vaccini sono effettuati da un adolescente o da un adulto, la somministrazione è in due dosi, con la seconda effettuata a distanza almeno un mese dalla prima.

Dal momento che si tratta di vaccini contenenti virus vivi attenuati, l’immunità garantita dal vaccino è di lunga durata e non è necessario effettuare richiami.

L’efficacia dei vaccini è molto elevata: nel caso del vaccino per il morbillo, più del 98% dei soggetti che hanno effettuato due dosi è protetto dalla malattia. 

Vaccino MPR/MPRV e adulti

Anche gli adulti che non si sono ammalati di morbillo, parotite, rosolia e varicella e che non sono già vaccinati dovrebbero effettuare questa vaccinazione. Queste malattie infettive hanno, infatti, una frequenza di complicanze più elevata in età adulta, in particolare la parotite e varicella.

Questa vaccinazione è estremamente importante per le donne in età fertile: la rosolia e la varicella, se contratte durante la gravidanza, possono infatti essere trasmesse al feto e causare malformazioni o problemi per lo sviluppo fetale. Per cautela è necessario lasciar trascorrere almeno 30 giorni dalla vaccinazione al momento del concepimento.

«Sono al terzo mese di gestazione e in passato ho già avuto morbillo, parotite e varicella. Posso fare il vaccino per la rosolia in gravidanza?». Per lo stesso motivo spiegato poco fa, i vaccini MPR e MPRV sono controindicati nelle donne in gravidanza, poiché si tratta di vaccini che contengono virus vivi attenuati. Sono controindicati anche nelle persone immunodepresse, sia per patologia che per l’assunzione di farmaci (ad esempio antitumorali, immunosoppressori).

Effetti collaterali del vaccino morbillo-parotite-rosolia

Gli effetti collaterali che possono comparire in seguito alla somministrazione del vaccino MPR sono:

  • gonfiore e dolore al sito di iniezione;
  • febbre (generalmente uno-due giorni);
  • comparsa di esantema;
  • convulsioni febbrili (un caso ogni 2.000-3.000 vaccinati);
  • diminuzione del numero di piastrine (piastrinopenia, un caso su 30.000 vaccinati).

Sono stati, inoltre, segnalati casi estremamente rari di encefalite dopo la somministrazione del vaccino MPR, con una frequenza di un caso ogni milione di vaccinati (di molto inferiore alla frequenza con cui compare l’encefalite nei soggetti con morbillo).

Contrariamente a quanto avviene per altri vaccini, in cui la febbre compare generalmente nelle prime 24 ore dalla somministrazione, nel caso del vaccino MPR la febbre compare a distanza di 5-12 giorni dalla vaccinazione.

Effetti collaterali del vaccino contro la varicella

Gli effetti collaterali del vaccino contro la varicella sono simili a quelli del vaccino MPR, ovvero febbre (generalmente uno-due giorni), gonfiore e dolore al sito di iniezione, comparsa di esantema, convulsioni febbrili (con un rischio inferiore a quello del vaccino MPR, ovvero 4-9 casi su 10.000 dosi).

Il vaccino MPRV è associato a una maggiore probabilità di avere febbre rispetto alla somministrazione separata di MPR e antivaricella. Non ci sono, invece, al momento dati conclusivi per valutare se sia aumentato anche il rischio di convulsioni febbrili rispetto alla separata dei vaccini.

Il vaccino contro il morbillo provoca l’autismo?

No. Ci sono prove scientifiche sufficientemente solide per escludere un’associazione di tipo causa-effetto tra il vaccino contro il morbillo (e di conseguenza i vaccini combinati MPR e MPRV) e l’autismo.

La falsa credenza sul vaccino come causa dell’autismo ha avuto origine nel 1998 da uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Lancet. Lo studio, in realtà, non era pianificato per indagare se ci fosse un’associazione tra vaccino e disturbo autistico, ma descriveva 12 bambini con autismo ed enterocolite cronica. Fu uno degli autori dell’articolo, Andrew Wakefield, a sostenere l’esistenza di questo legame dopo la pubblicazione dello studio. Successivamente sono stati condotti numerosi studi che non hanno osservato differenze nel rischio di disturbi dello spettro autistico, e l’articolo di Wakefield è stato ritirato dalla rivista che lo aveva pubblicato in quanto erano emerse manipolazioni dei dati e la condotta dei ricercatori era stata giudicata come non etica.

Antonio Clavenna

medico e specialista in Farmacologia Clinica, ricercatore presso il Laboratorio per la Salute Materno Infantile dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri IRCCS di Milano, dove è responsabile dell’Unità di Farmacoepidemiologia. Si occupa principalmente del monitoraggio dell’uso dei farmaci nei bambini e negli adolescenti e del trasferimento dell’informazione sull’impiego dei farmaci, in particolare per quanto riguarda la gravidanza, l’allattamento e l’età pediatrica, agli operatori sanitari e ai cittadini.

Articolo pubblicato il 17/04/2025 e aggiornato il 23/04/2025
Immagine in apertura FatCamera / iStock

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